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Economia & Famiglie
16 Ottobre 2025 - 21:45
A settembre, i prezzi dei beni alimentari, dei prodotti per la casa e della cura della persona in Italia hanno mostrato una leggera decelerazione, con un incremento che scende dal +3,4% al +3,1% rispetto all'anno precedente. D'altro canto, i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto sono aumentati, passando dal +2,3% al +2,6%. Questo è quanto emerso dai dati diffusi dall'Istat, che evidenziano un quadro complesso per l'economia familiare.
La diminuzione dei prezzi alimentari non lavorati è il principale fattore che ha causato questa decelerazione. In particolare, i prezzi di frutta e verdura fresca hanno visto un rallentamento significativo. La frutta fresca, che a luglio e agosto aveva registrato aumenti forti (+8,8%), ha visto una riduzione, scendendo a +5,5%. Anche i vegetali freschi hanno visto una flessione, passando da +5,1% a +2,8%. Questi cali sono il risultato di un rallentamento delle dinamiche stagionali, che sembrano aver attenuato l'inflazione alimentare per ora. Nonostante ciò, la crescita dei prezzi degli alimentari lavorati resta stabile, con un aumento del +2,7%, mantenendosi comunque sotto controllo.
L'inflazione generale e i settori coinvolti
Complessivamente, l'indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC) ha mostrato una variazione del -0,2% su base mensile, ma un incremento del +1,6% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, confermando la stima preliminare. Tuttavia, gli andamenti differenziati nei settori di spesa sono piuttosto evidenti.
In particolare, i prezzi dei servizi relativi ai trasporti hanno visto un rallentamento, scendendo dal +3,5% a +2,4%. Al contrario, gli energetici regolamentati, che avevano visto aumenti del +12,9%, ora salgono ulteriormente, passando a +13,9%. Anche i prezzi degli energetici non regolamentati hanno ripreso a salire, sebbene in modo più moderato, passando da -6,3% a -5,2%.
In questo contesto, l'inflazione di fondo, al netto dei beni energetici e alimentari freschi, ha subito una lieve decelerazione, passando dal +2,1% a +2,0%. Un dato che riflette una stabilità generale dei prezzi, ma che nasconde differenze tra i vari settori.
Un incremento della spesa familiare che pesa sulle tasche
Nonostante la stabilità generale, le famiglie italiane si trovano comunque a fare i conti con un aumento significativo della spesa. Secondo le stime di Assoutenti, una famiglia con due figli deve mettere in conto una spesa aggiuntiva di +343 euro annui rispetto al 2024, solo per alimenti e bevande. La "stangata alimentare" complessiva, secondo l'associazione, arriva a ben 6,2 miliardi di euro su base annua, con un esborso medio di +529 euro annui per una famiglia tipo. In un nucleo con due figli, l'aumento può arrivare fino a +731 euro.
Il Codacons ha lanciato un allarme sulla cosiddetta "stangata d'autunno", sottolineando che la situazione per le famiglie italiane continua a essere critica. L'Unione Nazionale Consumatori, da parte sua, ha dichiarato che, nonostante la stabilità dei tassi d'inflazione, le tasche degli italiani continuano a svuotarsi, con l'incidenza maggiore sui consumi quotidiani.
In sintesi: la sfida della ripresa economica
La situazione economica italiana a settembre mostra segnali di stabilizzazione nei prezzi, ma con ampie differenze tra i settori. Se da una parte la decelerazione dei prezzi alimentari e dei trasporti offre un po' di respiro, dall'altra l'innalzamento dei costi energetici e la spesa crescente per i consumatori mettono a dura prova i bilanci familiari. La sfida per il futuro sarà capire come l'inflazione evolverà nei prossimi mesi e se le politiche economiche riusciranno a sostenere il potere d'acquisto dei cittadini.
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