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Il progetto

Dalla teoria alla pratica: come il Politecnico ha riscritto le regole delle attività estrattive in Piemonte

Otto anni di lavoro tra ricerca scientifica e rilievi sul campo hanno prodotto uno strumento moderno per gestire le attività estrattive. La Regione approva il piano che unisce sostenibilità ed economia circolare

Dalla teoria alla pratica: come il Politecnico ha riscritto le regole delle attività estrattive in Piemonte

Il Politecnico di Torino ha concluso un lavoro pluriennale che cambierà il modo in cui la Regione Piemonte gestisce le attività estrattive sul territorio. L'ateneo ha collaborato con l'Istituto di Ricerche Socio Economiche del Piemonte (IRES) per revisionare il Piano Regionale Attività Estrattive, presentato ufficialmente il 30 settembre scorso dopo l'approvazione del Consiglio Regionale.

UN SUCCESSO COSTRUITO DAL 2017 A OGGI
La professoressa Glenda Taddia, docente del Dipartimento di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture, ha coordinato l'intervento del Politecnico che è iniziato tra il 2017 e il 2018. L'obiettivo era ridefinire le regole per le cave partendo da quanto già esistente, ma con un approccio più moderno e scientificamente fondato. Il piano, in particolare, puntava a trovare il giusto equilibrio tra le esigenze del territorio, l'attività economica e la tutela ambientale.

La complessità del tema ha richiesto il coinvolgimento di più soggetti. Oltre al Politecnico, con tre dipartimenti impegnati (DIATI, DIST e DENERG), ha partecipato anche l'Università di Torino. Quest'ultima ha portato competenze sui metodi di coltivazione delle cave e sulla stabilità dei pendii attraverso il Dipartimento di Scienze della Terra, mentre il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari ha contribuito sugli aspetti economici e agro-forestali. Il Politecnico, invece, ha fornito supporto tecnico-scientifico su diverse aree: dalla geologia applicata e idrogeologia alla sicurezza degli scavi, dalle energie rinnovabili fino alla valutazione ambientale strategica delle attività minerarie.

I numerosi ricercatori coinvolti hanno analizzato grandi quantità di dati e documenti. Fondamentale è stato il contributo degli uffici tecnici di IRES e della Regione Piemonte, la cui esperienza pratica e i rilievi sul campo hanno permesso alle università di contestualizzare meglio le analisi.

«Mettendo in luce le elevate competenze scientifiche e applicative del sistema dell'alta formazione regionale, siamo riusciti a definire il quadro della pianificazione regionale delle cave nel rispetto degli obiettivi di sviluppo industriale, di sostenibilità e dell'economia circolare», ha commentato l'ingegner Domenico Savoca, coordinatore del progetto presso IRES.

Il piano è stato adottato dalla Giunta Regionale alla fine dello scorso anno e tutti i documenti sono disponibili per la consultazione. Dopo l'approvazione definitiva del Consiglio Regionale, è stato definito come «uno strumento moderno e lungimirante, capace di valorizzare le risorse del territorio nel rispetto dell'ambiente, delle persone e delle imprese che ogni giorno contribuiscono a farlo crescere».

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