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La crisi dell'automotive

Lear, inizia lo smantellamento della fabbrica (aspettando i cinesi)

Si prepara lo spazio per Fipa: i dubbi sulla salvezza degli ultimi lavoratori

Ancora nessun piano per la Lear. «E adesso bisogna prorogare la cassa»

Ancora nessun piano per la Lear. «E adesso bisogna prorogare la cassa»

Addio a Lear a Grugliasco, entra Fipa: 200 assunzioni, avvio soft delle microcar elettriche Desner, il progetto. Intanto, però, è iniziato lo smantellamento dello stabilimento. La multinazionale americana, che per decenni ha prodotto sedili auto sul sito torinese, si prepara a lasciare definitivamente il territorio. Uno dei due capannoni è già stato svuotato; il principale si sta progressivamente liberando per fare spazio a Fipa (Fabbrica italiana produzione auto), la newco che assemblerà quadricicli elettrici a marchio Desner importati dalla Cina e distribuiti in Italia dal gruppo Fassina.

Sul tavolo c’è un accordo quadro che prevede l’assorbimento di circa 200 addetti su 376 complessivi. Per i restanti 170 si cercano soluzioni ponte verso la pensione o alternative occupazionali, anche con l’utilizzo di ammortizzatori sociali aggiuntivi. Gli ultimi incontri – l’ultimo lunedì all’Unione Industriali, con Lear, Fipa, Regione e Ministero – puntano a garantire strumenti di sostegno e il rifinanziamento dell’area di crisi complessa. L’avvio dell’attività di Fipa sarà graduale: partenza con 30-40 lavoratori e pieno regime entro due anni, quando tutte le linee saranno operative. Il nodo più delicato resta la gestione dei contratti e della continuità occupazionale in una fabbrica ormai svuotata, con poche commesse residue e la necessità di calibrare le linee produttive fino al passaggio di consegne.

Il progetto industriale Fipa prevede due linee principali dedicate ai quadricicli elettrici: il modello L6, più compatto, con velocità massima di 45 km/h e prezzo intorno ai 10 mila euro; e l’L7, quattro posti e 90 km/h, proposto a circa 20mila euro. In prospettiva sono previste anche piccole linee di assemblaggio per veicoli personalizzati e per batterie. L’azienda punta a intercettare incentivi pubblici in grado di abbattere il prezzo di circa 4mila euro. Resta il tema della competitività. I sindacati temono che l’ingresso sul mercato sia complicato dalla presenza di player già consolidati – tra cui Citroën, Fiat, Renault, Dacia e Nissan – che producono modelli analoghi all’estero beneficiando di economie di scala e incentivi locali. Un nuovo incontro tra sindacati, Regione e azienda è fissato per domani.

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