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Badge digitale nei cantieri e stop stage a rischio: il piano del governo per la sicurezza sul lavoro

Multe record, borse di studio e più controlli: cosa cambia con il nuovo decreto

Badge digitale nei cantieri e stop stage a rischio: il piano del governo per fermare la strage sul lavoro

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al nuovo decreto sulla sicurezza sul lavoro, un pacchetto di norme che punta a fermare la scia di incidenti e a cambiare il modo in cui si parla di prevenzione in Italia. Tra le novità: l’obbligo del badge digitale di cantiere, più ispettori e multe più alte per chi non rispetta le regole.

Ogni lavoratore in appalto e subappalto, pubblico o privato, dovrà avere un badge elettronico con codice univoco anticontraffazione, pensato per registrare le presenze e monitorare la regolarità dei contratti.
La sperimentazione, partita a Roma e in Emilia-Romagna, diventerà presto nazionale. L’obiettivo? Ridurre gli incidenti e combattere il lavoro irregolare.

Addio alle convenzioni tra scuole e imprese che prevedono attività a rischio per gli studenti. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha spiegato che la formazione deve essere “un’occasione di crescita, non di pericolo”.
L’Inail avvierà campagne di informazione sulla sicurezza, da inserire nei corsi di educazione civica, per formare una nuova cultura della prevenzione fin dai banchi di scuola. La ministra del Lavoro Marina Calderone ha annunciato inoltre un fondo da 900 milioni di euro l’anno, che include borse di studio da 3.000 a 7.000 euro per gli orfani delle vittime sul lavoro.
“Un modo concreto – ha detto – per non lasciare soli i figli di chi ha perso la vita lavorando”.

Le sanzioni per chi non rispetta le regole saliranno fino a 12.000 euro, raddoppiando rispetto al passato. Il decreto prevede anche nuove assunzioni per l’Ispettorato del lavoro, per aumentare i controlli sul territorio.

Nonostante le nuove misure, la Fillea Cgil parla di “provvedimento insufficiente”.
“Il badge è utile, ma non basta – ha detto il segretario Antonio Di Franco –. Senza una Procura nazionale per i reati di sicurezza, le vittime continueranno a essere solo numeri”.

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