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la storia

Annamaria compie 100 anni: «Dopo la guerra ero malata e il dottore mi ha dato 6 mesi di vita»

Santa Rita festeggia una centenaria che durante il conflitto ha rischiato la fucilazione: «Non so come sono arrivata a quest'età»

Annamaria Perno nel giorno del suo 100esimo compleanno

Annamaria Perno nel giorno del suo 100esimo compleanno

Era appena finita la Seconda guerra mondiale e Annamaria aveva contratto la pleurite. «Il dottore, un militare, mi aveva dato solamente sei mesi di vita. Quel giorno mi ero messa a piangere. Com'è andata a finire? Quel medico è morto, e io sono ancora qui». Ha scherzato così, nel giorno in cui ha spento cento candeline, Annamaria Perno, classe 1925, nata ad Alba e trasferitasi da bambina a Torino. Figlia di un carbonaio, sotto la Mole ha lavorato prima alla Lancia, impiegata d'ufficio, e poi in Comune, sempre dietro a una scrivania. Oggi Annamaria vive a Santa Rita e ha raggiunto il prestigioso traguardo del secolo di vita, festeggiato il 28 ottobre. Una festa a sorpresa che il figlio Paolo Guaschino, con parenti e amici (presenti anche i consiglieri del Comune, Tony Ledda, e Riccardo Prisco della Circoscrizione 2) ha organizzato al bar "L'arte del Croissant" di piazza Santa Rita. Dove la madre, tutte le mattine, va a fare colazione con caffè e brioches. «Non mi aspettavo tutta questa gente - ha sorriso, emozionata, la festeggiata, di ritorno dalla messa in Santuario - e non saprei dire come sono arrivata a cent'anni».

Di certo, cent'anni non li aveva previsti il medico che l'aveva visitata alla fine della guerra. Mai previsione si era rivelata più sbagliata visto che Annamaria Perno ha appena festeggiato il centenario. Durante la Resistenza, Annamaria aveva pure rischiato di finire davanti a un plotone di esecuzione. Lei, che era staffetta partigiana nella brigata di Giuseppe Perotti, uno dei fucilati del Martinetto. Due, i suoi matrimoni: il primo appena terminata la guerra, col marito scampato al campo di concentramento di Dachau; il secondo, con un ufficiale della Marina. «Mia madre però - ha sottolineato il figlio Paolo - ha avuto molti fidanzati. Come l'ho scoperto? Un giorno ho trovato delle lettere, una corrispondenza fittissima. In una di queste, ho scoperto che uno dei suoi spasimanti, ferroviere, dopo che mamma l'aveva lasciato aveva fatto deragliare un treno». Un fatto del genere, oggi, riempirebbe le prime pagine dei giornali. Come TorinoCronaca, di cui la signora Annamaria è assidua lettrice. Le altre passioni? Il tartufo, e non potrebbe essere altrimenti viste le origini albesi. E ogni tanto, anche un bicchiere di vino. Perno che, a dire il vero, sono parecchio longevi. «Mio fratello ha 90 anni», così Annamaria, dall'alto dei suoi cento. 

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