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Il caso

Uno straniero su tre a Torino lavora ma è povero, Dovis, di Caritas: "Hanno gli stessi problemi degli italiani"

A Torino la Caritas lancia l'allarme: nuove generazioni straniere, povertà crescente ed emergenza abitativa chiedono politiche condivise

Uno straniero su tre a Torino lavora ma è povero, Dovis, di Caritas: "Hanno gli stessi problemi degli italiani"

«Le politiche locali non sono state sufficientemente efficacicontinuative. Troppo spesso sono legate al colore politico, anziché a una visione condivisa». Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana di Torino, punta il dito senza mezzi termini. Nel corso della presentazione del XXXIV Rapporto sull’immigrazione, all’interno del Festival dell’Accoglienza al Circolo dei lettori, racconta l’insofferenza della Caritas, nel trovarsi ad affrontare oggi — da sola — sfide nuove, date dalla necessità di «riaggiornare il percorso». Conoscere le nuove generazioni di stranieri e trovare le giuste modalità di coinvolgimento. Il caso «Don Alì» («il re dei maranza» torinese, di origini marocchine, autore di una «spedizione punitiva» nei confronti di un maestro) secondo Dovis ne è una delle conseguenze. «Abbiamo bisogno di strategie trasversali — ha aggiunto — altrimenti si riparte ogni volta da capo. Le nuove generazioni sono diverse: portano modalità di partecipazione nuove, che vanno accolte e integrate in un percorso di aggiornamento complessivo».

A Torino, la rete dei centri di ascolto Caritas è composta da circa 200 sportelli in tutto il Piemonte, di cui una ventina sul territorio cittadino. Nel 2024 hanno incontrato oltre 45mila persone, di cui circa 15mila a Torino. «Circa il 10% di stranieri sono venuti in cerca di un aiuto per bisogni immediati. Si tratta per la maggior parte di cittadini stranieri stabilizzati — ha spiegato Dovis — che però vivono le stesse difficoltà degli italiani: bollette, lavoro povero, abitazioni inadeguate o condizioni di salute precarie». Uno su tre è invece un lavoratore povero

Sul fronte abitativo, il direttore della Caritas ha ricordato che le famiglie straniere tendono ad avere nuclei più numerosi, spesso in abitazioni troppo piccole o inadeguate: «Servono strumenti per aiutarle a trovare case più sostenibili e adeguate, anche sotto il profilo economico. Benvenga “vuoti a rendere”, ma non bisogna “spezzettare” le misure».

Il numero di persone seguite è in crescita, così come il fabbisogno economico. «Nel 2024 sono stati erogati quasi 6 milioni di euro — ha ricordato Dovis — grazie anche ai fondi dell’8x1000 e alla collaborazione con fondazioni bancarie, enti pubblici e privati. “Ma il peso economico delle richieste sta aumentando”, avverte Dovis.

Nel 2024, ad esempio, secondo il rapporto, il 21% dei nuovi nati ha almeno un genitore straniero. Un lavoratore su 4 è straniero. Quasi un individuo ogni tre è in una condizione di povertà assoluta. In totale, oggi, sono 5,4 milioni le persone straniere, pari al 9,2% del totale. A Torino 230mila (di cui poco più della metà con permesso di soggiorno).
A Torino 230mila (di cui poco più della metà con permesso di soggiorno).

Tra i relatori il monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, insieme a Simone Varisco, che ha  curato il rapporto.

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