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Il caso

Come Totò e Peppino, il torinese a Roma che affittava case non sue

Tre persone hanno fiutato l’inganno e si sono rivolte alla polizia

Come Totò e Peppino, il torinese a Roma che affittava case non sue

Si presentava come un turista, uno di quelli in cerca di un alloggio per qualche giorno, con tanto di prenotazione regolare sui portali online. A Roma.
Protagonista è un uomo di 44 anni, nato a Foggia e residente a Torino, che di mestiere aveva scelto la truffa. Il suo metodo era semplice, quasi ingenuo. Prenotava un B&B nella capitale, entrava, scattava le foto — il salotto con la luce giusta, la camera in ordine, il bagno perfettamente pulito — e poi spariva. Poche ore dopo, le stesse immagini comparivano su altri siti, questa volta per affittare “il suo” appartamento. Peccato che di suo non ci fosse nulla.
Case in zona Colosseo, Circo Massimo, ma anche Garbatella, Rebibbia, Boccea, San Filippo Neri e Tiburtina
Gli agenti del commissariato Porta Pia, a Roma, ci sono arrivati seguendo il filo digitale degli annunci. L’uomo, negli ultimi tempi, aveva cercato di piazzare un appartamento in via Ugo Balzani, al Nomentano: 800 euro al mese, più 100 di spese condominiali. Una cifra credibile, perfetta per attirare chi cerca una casa senza troppe pretese. Il copione era sempre lo stesso. Ai potenziali inquilini chiedeva tre mesi di caparra più la mensilità corrente, da versare subito, prima di “firmare il contratto”. Tre persone hanno fiutato l’inganno e si sono rivolte alla polizia. Da lì, la denuncia per tentata truffa è scattata in un attimo.

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