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Il caso

L’influenza è arrivata, 350mila i vaccinati
«Con il virus bisogna giocare d’anticipo»

Ogni anno in Italia colpisce il 10% della popolazione. Per i più fragili può diventare un pericolo

L’influenza è arrivata, 350mila i vaccinati «Con il virus bisogna giocare d’anticipo»

Quest’anno il virus influenzale non ha aspettato l’inverno. È partito prima, in anticipo rispetto alle stagioni passate, e il Piemonte ha deciso di non farsi trovare impreparato. Dal 14 ottobre, data di avvio della campagna antinfluenzale 2025, sono già state somministrate oltre 350 mila dosi. Un ritmo sostenuto, segno che la memoria dei due inverni più difficili — quelli del 2022 e 2023, quando le mascherine erano scomparse e i virus respiratori tornarono a circolare con forza — non è ancora del tutto svanita.I primi casi di influenza sono stati segnalati una decina di giorni fa tra l’Alessandrino e il Torinese. Situazioni isolate, ma sufficienti a far partire il conto alla rovescia verso il picco stagionale. «La partita si gioca su due fronti: diagnosi tempestiva e vaccinazione» spiega il professor Giovanni Di Perri, infettivologo dell’ospedale Amedeo di Savoia.

«Il momento giusto per immunizzarsi è adesso, perché servono almeno due settimane per sviluppare la protezione. Chi si vaccina oggi arriverà coperto all’avvio della vera ondata». L’influenza non è una malattia banale: ogni anno in Italia colpisce circa il 10% della popolazione, e per i più fragili può diventare un pericolo serio. La maggior parte guarisce in una decina di giorni, ma per anziani, cardiopatici, diabetici o persone con malattie croniche respiratorie può comportare complicanze gravi, come polmoniti, bronchiti o aggravamenti della Bpco. Il vaccino è gratuito per gli over 60, i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, le donne in gravidanza o nel post partum, i soggetti con patologie croniche e i loro familiari, i donatori di sangue, il personale sanitario, scolastico e le forze dell’ordine. Gli altri cittadini possono comunque richiederlo tramite medico di base, pediatra o farmacista, sostenendone i costi. Ogni anno il vaccino viene aggiornato per affrontare le nuove varianti del virus, che cambia costantemente. È per questo che la vaccinazione va ripetuta a ogni stagione: le difese acquisite l’anno precedente non bastano più.


«Vaccinarsi ha sempre senso — ribadisce Di Perri —. Non solo per proteggere se stessi, ma anche chi ci sta accanto: genitori anziani, figli piccoli, persone immunodepresse. È una forma di responsabilità collettiva».
In queste settimane, però, non è solo l’influenza a far starnutire. Tosse e raffreddore sono spesso colpa dei Rhinovirus, i classici responsabili del raffreddore comune. E poi c’è il virus respiratorio sinciziale (Vrs), noto per colpire i bambini ma in grado di scatenare gravi scompensi anche negli anziani affetti da Bpco: «Per loro — spiega l’infettivologo — esistono già due vaccini specifici, una novità che amplia le armi a disposizione contro le infezioni respiratorie. Siamo all’inizio della curva di crescita. Le prossime settimane saranno cruciali per capire l’intensità dell’ondata». E a chi sostiene che il continuo alternarsi di caldo e freddo favorisca l’influenza, l’infettivologo replica senza esitazioni: «Il clima non ha alcun ruolo. L’unico responsabile è il virus. Per questo la prevenzione passa solo dal vaccino».

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