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La scabbia al Cpr finisce in tribunale: «Situazione al limite. Riboldi spieghi»

La consigliera Ravinale (Avs): «Nel centro problematiche sanitarie. Dalla Regione vogliamo risposte»

Il Cpr di Torino

Il Cpr di Torino

Scabbia al Cpr di Torino. A sollevare il caso è Alice Ravinale, consigliera regionale Avs, dopo che ieri in tribunale c’era l'udienza di convalida dell'arresto di un 25enne ivoriano trattenuto in corso Brunelleschi. Il giovane ha dato in escandescenze in una visita medica ed è stato portato nel carcere delle Vallette. Ieri però dalla casa circondariale hanno comunicato che il 25enne non può essere portato in aula perché è in isolamento e sotto stretta sorveglianza sanitaria in quanto presenta sintomi di scabbia.

«La notizia di un caso di scabbia non diagnosticato nel Cpr di Torino, e rilevato invece dal personale medico del carcere, a seguito di arresto avvenuto nella struttura di corso Brunelleschi, conferma che la situazione sanitaria nel Centro è tutt'altro che sotto controllo, nonostante le rassicurazioni di prefettura e Asl intervenute dopo la sentenza della Corte d'Appello che ha liberato un signore con patologie croniche che nel Cpr non poteva ottenere le cure dovute», afferma Alice Ravinale, dichiarando poi che solleciterà sul caso la giunta regionale nella persona dell’assessore Federico Riboldi. «Ci aspettiamo che l'assessore Riboldi intervenga per assicurarsi sulle condizioni di salute delle persone trattenute a fronte del possibile contagio da scabbia con la medesima solerzia e decisione con cui è intervenuto per condannare le scritte sui muri dell'Asl di via San Secondo contro il Cpr», ha concluso la consigliera Ravinale. Il 25enne della Costa d’Avorio, difeso dall’avvocato Alessandro Praticò, era stato portato nel Cpr il mese scorso. Sarebbe figlio di un professore universitario, presidente di una fondazione internazionale, che dopo avere lasciato il suo paese per ragioni politiche ha soggiornato per un periodo in Italia e ora risiede negli Stati Uniti. Chiederà l’asilo politico solo quando tornerà in libertà.

Nei giorni scorsi il Cpr era finito al centro delle polemiche dopo il sopralluogo del sindaco Stefano Lo Russo. «E’ come un carcere, non è così che si gestiscono i flussi migratori», le parole del primo cittadino a cui aveva replicato il prefetto Donato Cafagna. «Nella struttura - ha detto Cafagna - non c’è sovraffollamento e sono trattenuti soggetti pericolosi». Sempre a Lo Russo aveva replicato Eugenio Bravo, segretario generale del Siulp. «Dal sindaco solo giudizi affrettati - così Bravo - privi di approfondimento e influenzati da posizioni ideologiche che nulla hanno a che vedere con la realtà operativa».

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