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La polemica a Torino

Al Circolo dei Lettori scoppia il caso Albanese: "Avvelenatrice di pozzi"

Gentiloni e Vernetti, che presenta il suo libro, attaccano la relatrice dell'Onu per le sue parole dopo l’assalto alla Stampa

Al Circolo dei Lettori scoppia il caso Albanese: Gentiloni e Vernetti parlano di "avvelenatrice di pozzi"

La sala grande del Circolo dei Lettori di Torino è piena come nelle occasioni che contano. Sul palco, per la presentazione del libro “Il nuovo grande gioco” di Gianni Vernetti, l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il giornalista Giordano Stabile. Ma a catalizzare l’attenzione è il caso di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite, finita al centro di critiche durissime dopo il suo commento sull’assalto alla redazione della Stampa: condanna dell’episodio, ma con l’aggiunta che l’accaduto dovrebbe essere “di monito per i giornalisti”.

Il confronto a Torino
Il tono è subito acceso. Gentiloni e Vernetti, sostenuti da una platea gremita di volti della politica locale, parlano di “cattivi maestri” e “avvelenatori di pozzi”. L’episodio della Stampa, dicono, è la spia di un clima che si è fatto “tossico” e di un discorso pubblico che scivola verso la radicalizzazione.



Le accuse e le parole che dividono
“Cattiva maestra. Avvelenatrice di pozzi”. Vernetti non usa giri di parole: “In Italia c’è un dibattito tossico e quanto avvenuto è un effetto. Nove città hanno conferito cittadinanze onorarie a un’avvelenatrice di pozzi. Albanese non ha aiutato un dibattito civile, pacato, equo. Deve decidere la separazione della sua carriera tra portavoce delle Nazioni Unite o portavoce di Hamas”. Poco prima, anche Gentiloni era stato netto: “La vicenda della Stampa è stata grave, ma forse ancor più gravi sono stati alcuni commenti che abbiamo sentito. Per esempio da Francesca Albanese, che in qualche modo ha giustificato l’accaduto. Se diamo cittadinanza nel dibattito pubblico a questo genere di posizioni poi non possiamo stupirci sul fatto che degli attivisti abbiano delle posizioni estreme”.



Il rischio di un rigurgito antisemita e la trappola dei social
L’ex premier lancia un monito: “In Italia non si cada in un rigurgito di antisemitismo dovuto alla radicalizzazione di certe posizioni. Capisco la sensibilità maturata nei giovani di tutto il mondo vedendo le immagini di Gaza, ma non deve essere trasformata in qualcosa di negativo”. A complicare il quadro, la disinformazione: “Nel mondo dei social media la gente non compete su opinioni diverse, ma su versioni diverse dei fatti. Ognuno ha il proprio racconto”. In mezzo, anche la politica, spesso tentata dalla “sparata” più rumorosa.



Geopolitica e presente: il libro di Vernetti
La serata nasce per presentare “Il nuovo grande gioco”, saggio che mette in fila le fratture del nostro tempo: il conflitto tra Russia e Ucraina, la questione israelo-palestinese, l’equilibrio instabile su Taiwan e il peso crescente dell’India. Non temi astratti: dossier che toccano l’economia, la sicurezza, la tenuta democratica. Il messaggio è che gli equilibri globali, oggi, bussano alla porta delle nostre città e dei nostri giornali.

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