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Finanza & Territorio
04 Dicembre 2025 - 08:30
Nel risiko bancario che agita il futuro di Banca di Asti, adesso a parlare sono i piccoli azionisti. Martedì sera il Direttivo di CARIASTI, l’associazione che rappresenta i soci privati dell’istituto, ha messo nero su bianco la propria posizione: nessun via libera a una cessione verso i grandi poli finanziari e preferenza per soluzioni che preservino l’autonomia dell’istituto e il suo radicamento territoriale.
Nel merito, la linea è netta: “Qualunque vendita a grandi poli finanziari, seppur potrebbe garantire nel brevissimo termine un ritorno appetibile dell’investimento, non è nell’interesse dell’economia del territorio, delle imprese e delle famiglie, perché porterebbe allo smantellamento dell’istituto, come già accaduto in moltissimi casi simili nel passato, e depaupererebbe anche il tessuto sociale dove la banca ha i propri sportelli”.
Gli scenari alternativi: la pista tra fondazioni piemontesi
Diversa, per CARIASTI, sarebbe un’operazione che tuteli l’autonomia della banca. Tra le ipotesi ritenute compatibili con questo obiettivo, quella – richiamata anche da noi – di un alleggerimento della quota della Fondazione CR Asti a favore di altre fondazioni piemontesi. Un passaggio di mano “di prossimità” che, nelle intenzioni, consentirebbe di mantenere il baricentro decisionale nel territorio e di preservare il modello di banca locale.
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