Cerca

Il Risiko bancario di provincia

Banca di Asti, la Fondazione: nuova governance e la cessione si fa. Ecco cosa ha detto Livio Negro

Spencer Stuart incaricata di cercare un nuovo ceo. Il nodo di Unicredit, Credem, Bpm: "Solo parole, vogliamo impegni scritti"

Cr Asti apre al riassetto: verso cessione parziale e cambio di governance per spingere utili e dividendi

La partita per il futuro di Cassa di Risparmio di Asti entra nel vivo. La Fondazione Cr Asti, primo azionista con il 31,8%, ha messo nero su bianco un percorso che combina cessione parziale della banca e discontinuità nella guida. Obiettivo: rendere l’istituto più redditizio, rafforzare la politica dei dividendi e, allo stesso tempo, ridurre l’eccessiva concentrazione del patrimonio della Fondazione, come richiesto dal protocollo Acri-Mef. Passi spiegati dal presidente della Fondazione, Livio Negro.

Il rebus della governance
La ricerca dei profili chiave è già partita: Spencer Stuart è stata incaricata di selezionare i candidati per il rinnovo del cda atteso ad aprile. La Fondazione, che designa sette membri su tredici, punta a un amministratore delegato di alto profilo capace di imprimere una svolta industriale e a un presidente in grado di rappresentare al meglio la comunità. È un cambio di passo esplicito, dopo piani giudicati poco convincenti e con il mandato dell’attuale ceo Carlo De Martini in scadenza.



I numeri che pesano
Il confronto con i competitor locali alimenta l’urgenza. Nel 2024 Cr Asti ha chiuso con 51 milioni di utile, mentre la Banca di Alba, pur con un patrimonio dimezzato (560 milioni contro 1,1 miliardi), ha raggiunto 80 milioni. Una forbice che si riflette sui dividendi, ritenuti inferiori rispetto a quelli riconosciuti ad altri enti soci di realtà anche più piccole. Sullo sfondo, la performance del titolo: sulla piattaforma Vorvel il valore delle azioni è sceso in dieci anni da 15,8 a 8,6 euro, con un carico a bilancio di 7,8 euro per la Fondazione.

"C’è un tema evidente di redditività, - ha confermato Livio Negro a MilanoFinanza - che si ripercuote sulle cedole: le nostre sono ben più basse di quelle incassate dagli altri enti bancari, persino da quelli soci di istituti minori. Problema che può mettere a rischio il futuro della fondazione. Rischiamo l’erosione del patrimonio, danno di cui dovranno rispondere tutti i consiglieri, me compreso".


Il vincolo Acri-Mef e l'ipotrsi cessione 
Circa l’80% del patrimonio della Fondazione è concentrato in Cr Asti. Il protocollo Acri-Mef impone di scendere al 39% nell’arco di tre anni. La via più lineare - ridurre drasticamente la partecipazione - comporterebbe però la perdita del controllo e il rischio di minore attenzione al territorio, avverte Negro. Per questo prende quota il dossier aggregazione: l’ente è pronto ad aprire un confronto con un istituto più grande, dotato di piani industriali più ambiziosi e di cedole più generose.



I pretendenti e il metodo
Nel risiko bancario di provincia sono già circolati nomi di peso: Unicredit, Credem e Banco Bpm hanno manifestato interesse, finora solo in via informale. La richiesta della Fondazione è chiara: servono proposte scritte e vincolanti, su cui aprire una valutazione approfondita e condivisa, senza pregiudicare l’autonomia decisionale dell’ente.  "Finora hanno manifestato solo un interesse orale - conferma Negro -. Noi chiediamo proposte scritte vincolanti, in modo da ragionarci sopra ed essere liberi di accettarle o meno dopo una decisione condivisa"



LA ROAD MAP
Il tema è stato avviato in cda e approderà al consiglio di indirizzo del 4 dicembre, che riceverà un aggiornamento dal consulente Equita sul lavoro svolto finora. Sarà quello il primo banco di prova per misurare tempi, condizioni e perimetro dell’operazione: dalla composizione del futuro cda al perimetro della cessione, fino alle garanzie su erogazioni e presidio del territorio.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.