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Il caso

Rai, i sindacati piemontesi: «Servono impegni stabili, non produzioni occasionali»

Le sigle Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil Piemonte: «Il futuro del centro di via Verdi è incerto»

Rai, i sindacati piemontesi: «Servono impegni stabili, non produzioni occasionali»

Il Centro di Produzione Rai di Torino

Il futuro del Centro di Produzione Rai di Torino continua a preoccupare i sindacati, nonostante negli ultimi mesi sia circolato un rilevante ottimismo sul destino del polo di via Verdi, intitolato lo scorso anno a Piero Angela. A denunciarlo sono Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil Piemonte, che in una nota congiunta mettono in guardia dall’eccessivo tranquillità e sollecitano impegni solidi e continuativi. Secondo le tre sigle, «leggiamo articoli di giornali rassicuranti circa il futuro del polo produttivo di via Verdi, da poco più di un anno intitolato a Piero Angela», ma la realtà sarebbe ben diversa: «In realtà continuiamo a trovare del tutto insufficienti gli impegni sporadici che occupano i professionisti del centro».

I sindacati ricordano che da anni denunciano «il disimpegno della Rai a Torino, in particolar modo il grave stallo di incertezza produttiva che caratterizza la vita del Centro». Alla base del problema, spiegano, ci sarebbero visioni molto differenti su ciò che servirebbe «per salvaguardare e rilanciare il ruolo di Torino all’interno della produzione audiovisiva nazionale». Nel mirino finiscono le produzioni temporanee o episodiche, considerate un rischio perché non in grado di costruire un futuro stabile: «Rischia di diventare fuorviante incardinare il futuro del “Piero Angela” su produzioni temporalmente limitate (“The Floor”), occasionali (Nitto Atp finals, Regata storica di Venezia) o del tutto eccezionali nella loro concezione (“Stanotte a Torino” di Alberto Angela…)».

Non manca una critica alla trasformazione dello storico Studio TV1 in sala stampa durante il Torino Film Festival: «Addirittura dovremmo apprezzare la trasformazione di uno dei più grandi studi TV europei… quasi fosse questo il futuro al quale guardare con fiducia». Il rischio, denunciano, è di non cogliere la profonda trasformazione del settore: «Sembra sfuggire, ormai completamente, la mutazione strutturale in atto». L’impiego dei professionisti del centro in attività estemporanee o per coprire i “trabocchi” delle sedi sovraccariche, come Milano in vista delle Olimpiadi, può essere un segnale positivo, ma non sufficiente: «Evidentemente un passo avanti, ma legato all’occasionalità delle Olimpiadi».

La situazione rimane critica anche sul fronte della serialità, che per i sindacati resta il vero fulcro di un centro di produzione: «Intanto la stagione di “Cuori” è conclusa, le scenografie smantellate, e non vi è alcuna produzione seriale all’orizzonte che possa realmente tracciare una prospettiva futura stabile». Pur giudicando utile il lavoro sulle Teche, «non può esaurire le necessità di un centro di Produzione». E avvertono: «Senza la presenza di una direzione Tematica a Torino, senza l’impegno continuativo che abbia nella serialità la caratteristica principale… non rimane che auspicare eventi eccezionali tipo la trasmissione di Natale di Angela, sperando che “Stanotte a Torino” non diventi la notte della Rai a Torino».

La conclusione è una richiesta chiara e diretta all’azienda: «Quello che serve per il centro di produzione torinese sono impegni stabili in grado di dare respiro e prospettiva a lavoratrici, lavoratori e professionalità. Su questo il sindacato è pronto a fare la sua parte, come sempre».

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