Cerca

Il fatto

Montagna più sicura in Piemonte: 72 rifugi dotati di defibrillatori

La Regione investe in sicurezza, prevenzione e turismo responsabile in alta quota: 61 gestori formati per salvare vite

Montagna più sicura in Piemonte: 72 rifugi dotati di defibrillatori

La Regione Piemonte rafforza la sicurezza in montagna: 72 rifugi alpini e strutture escursionistiche saranno dotati di defibrillatori semiautomatici e automatici (DAE) e 61 gestori riceveranno una formazione specifica per il loro utilizzo.

L’iniziativa, promossa dall’assessore allo Sviluppo e Promozione della Montagna Marco Gallo in collaborazione con l’assessore alla Sanità Federico Riboldi, rientra nella Misura 3 del Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane (FOSMIT) 2023, con un finanziamento complessivo di 1 milione di euro.

Un passo avanti nella sicurezza in quota
Grazie a questo progetto, le strutture alpine piemontesi saranno attrezzate per affrontare tempestivamente emergenze cardiache, una delle principali cause di decesso improvviso anche in montagna. L’intervento coinvolge tutte le province alpineCuneo, Torino, Vercelli, Verbano-Cusio-Ossola — oltre ai territori montani di Asti, Biella e Alessandria, privilegiando rifugi lontani dai presidi sanitari e situati ad altitudini elevate.

«Dotare un rifugio di un defibrillatore significa salvare vite», sottolinea Gallo. «Questo progetto tutela chi vive e frequenta le nostre montagne: gestori, escursionisti, famiglie e sportivi. Non si tratta solo di strumenti, ma di sicurezza, responsabilità e modernità. Per questo, oltre all’acquisto dei DAE, abbiamo previsto la formazione dei gestori: i rifugi non sono solo punti di ristoro, ma veri e propri presidi di comunità».

Riboldi aggiunge: «Garantire le stesse condizioni di sicurezza presenti in città anche nelle zone montane è fondamentale. La salute dei cittadini deve essere tutelata ovunque e questo progetto dimostra come la collaborazione tra assessorati possa tradursi in interventi concreti e immediatamente efficaci».

Mappatura e formazione: l’approccio regionale
La selezione delle strutture è stata curata dalle Unioni Montane, che hanno identificato i rifugi più esposti e valutato i bisogni reali del territorio. Alla fine della fase istruttoria sono stati scelti 72 rifugi, tra cui alcune strutture situate oltre i 2.500 metri di altitudine, come il Rifugio 3A a Formazza (VCO) a 2.960 metri, o il rifugio Luigi Vaccarone a Giaglione (TO), a 2.747 metri, dove ogni minuto conta in caso di emergenza.

Parallelamente all’installazione dei dispositivi, l’Azienda Sanitaria Zero organizzerà corsi pratici per 61 gestori e operatori, affinché possano intervenire rapidamente e con competenza in situazioni critiche.

Copertura completa e attenzione ai territori fragili
I rifugi coinvolti coprono l’intero arco alpino piemontese: dalle Alpi Marittime, Cozie e Graie con strutture storiche come Don Barbera (Briga Alta), Piero Garelli (Chiusa Pesio), Daniele Arlaud (Salbertrand), Balma (Frabosa Soprana), Quintino Sella al Lago Grande di Viso (Crissolo), fino ai presidi dell’alta Valsesia e dell’Ossola come Ospizio Sottile (Alagna) e i rifugi 3A, Claudio e Bruno ed Eugenio Margaroli a Formazza. Anche le strutture di media montagna, importanti per l’escursionismo, rientrano nel progetto, come i rifugi biellesi La Ciota e Alpe Cavanna o La Pavoncella nel cuneese. Gli interventi riguardano altitudini comprese tra 650 e 2.960 metri, assicurando protezione sia ai percorsi più frequentati sia alle aree più remote.

Oltre l’emergenza: una cultura della sicurezza
Il progetto non si limita a migliorare la risposta sanitaria in caso di arresto cardiaco, ma mira a diffondere una cultura della prevenzione e della gestione del rischio tra chi vive e frequenta la montagna. Si inserisce così nella strategia regionale per la montagna, che punta a garantire servizi essenziali nelle aree interne, valorizzare i rifugi come centri di comunità e promuovere un turismo outdoor sicuro, sostenibile e responsabile.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.