Violenta aggressione nel carcere delle Vallette a Torino

Nel pomeriggio di giovedì 11 dicembre 2025, all’interno del padiglione A del carcere delle Vallette di Torino, si è verificata un’aggressione ai danni di un agente di polizia penitenziaria. Secondo quanto riferito, un detenuto di nazionalità marocchina, di circa vent’anni, rientrato da un’udienza, ha colpito l’agente con ripetuti pugni al volto durante le operazioni di servizio.

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Nel tentativo di contenere l’azione violenta, l’agente ha riportato un trauma al naso e un grave infortunio al ginocchio sinistro, con rottura del legamento crociato. L’uomo è stato soccorso dal personale del 118 – Azienda Zero e trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria, dove è stato dimesso con una prognosi di 20 giorni. L’infortunio al ginocchio renderà necessario un intervento chirurgico, con conseguente prolungata assenza dal servizio.

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L’episodio è stato segnalato dall’Osapp, sindacato autonomo di polizia penitenziaria. Il segretario generale Leo Beneduci ha definito la situazione del carcere torinese “critica”, sottolineando come l’istituto presenti problemi legati alla gestione della sicurezza e alla crescente aggressività di parte della popolazione detenuta. Secondo il sindacato, in contesti di questo tipo il rischio operativo ricade in modo diretto sul personale di polizia penitenziaria.

Nel corso dell’intervento, l’agente ferito è riuscito, con il supporto di altri tre colleghi, a contenere il detenuto e a riportarlo in cella, evitando ulteriori conseguenze. L’Osapp ha ribadito la necessità di rafforzare gli organici, potenziare le misure di sicurezza e adottare protocolli operativi più adeguati, con l’obiettivo di garantire condizioni di lavoro sicure per il personale e un controllo efficace all’interno dell’istituto penitenziario.

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La vicenda si inserisce in un quadro più ampio di criticità segnalate da tempo all’interno delle strutture detentive, in particolare per quanto riguarda sovraffollamento, carenza di personale e gestione delle situazioni di tensione.

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In aula, uno di loro rilascia dichiarazioni spontanee: dice di essere l’uomo con la maglia granata, di essersi agitato perché accanto aveva la figlia. Parla di preoccupazione nel vederla filmata, di un movimento oggetto di agguati politici. Sostiene di non aver mai visto Andrea Joly prima e di averlo scambiato per un malintenzionato, in quanto lui non si era qualificato come giornalista