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SANITà
14 Dicembre 2025 - 07:55
Influenza
Non solo Natale e tisane calde, inizia il periodo dei malanni. L'inoltrarsi dell'inverno porta spesso raffreddore e tosse, ma questo dicembre si sta rivelando davvero tosto. Febbre alta, difficoltà respiratorie e un contagio in continuo aumento: insomma, l' influenza “è arrivata” (e anche a gamba tesa). Si parla di quasi 700mila italiani colpiti.
Rispetto al 2024, infatti, il “momento critico” sembra essere arrivato in anticipo, con casi che si moltiplicano sempre di più. «Stiamo vivendo una tendenza al rialzo - spiega il dottor Giovanni Di Perri, infettivologo di Torino - Si osserva un aumento precoce che arriverà al suo picco verso la fine del mese».
A colpire, però, non è un solo virus: «Dei due principali ceppi influenzali (H1N1 e H3N2), stanno circolando sette mutazioni». A cui inoltre si aggiungono altri virus, come il Covid, “nascosto” dietro sintomi respiratori comuni al solito raffreddore invernale, ma che è ancora in circolazione.
Un “cocktail” di sindromi influenzali che, nella scorsa settimana ha incrementato anche gli accessi al pronto soccorso: si stima che tra gli arrivi giornalieri alle Molinette, il 10% fosse legato all’ondata influenzale.
«Gli scorsi giorni - racconta il dottor Fabio De Iaco, direttore del reparto d’urgenza dell’ospedale Maria Vittoria - siamo entrati a tutti gli effetti nella fase epidemica. Tuttavia, nonostante un primo momento di sofferenza a inizio settimana, la situazione è ora tranquilla». Che sia la calma prima della tempesta?
«In Nuova Zelanda e Australia la variante K ha aumentato i ricoveri almeno del 50% - prosegue De Iaco - Non possiamo sapere cosa succederà qui, dipende anche dai fattori meteorologici. Certo è che restiamo attivi sul tema».
Questa variante K, monitorata dall’OMS dall’agosto 2025, si diffonde rapidamente dopo aver dominato nell’emisfero Sud, riducendo parzialmente la protezione vaccinale che si trova “spiazzato” dai nuovi sottotipi esistenti, almeno per quanto riguarda il contagio.
«Vaccinarsi è sempre un’opzione valida - sottolinea il dottor Di Perri - anche se i tempi di protezione si sono accorciati. Dunque il vaccino può non impedire l’infezione ma tutela dallo sviluppo di sintomi gravi». Il professore, inoltre, spiega: «Sono importanti anche i vaccini “accessori” soprattutto in età matura». A proteggerci sono un «mosaico di fattori messi insieme. Dalle precedenti vaccinazioni a uno stile di vita sano», conclude.
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