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L'inchiesta

Irina, in arte Alba: la giovane dall'Estonia che chiede di riaprire le case chiuse

Le confidenze hot della ragazza: "Tra le mie mani: politici, industriali, professionisti e calciatori"

Irina, in arte Alba: la giovane dall'Estonia che chiede di riaprire le case chiuse

Irina, in arte Alba, ha i capelli biondi mascherati da una impossibile parrucca rossa e nera. Di quelle da carnevale. E occhialoni griffati che le nascondono gli occhi. I jeans strettissimi e il maglioncino nero da cui si intravede un reggiseno a balconcino, non riescono a nascondere le forme piene e vigorose di una ragazza appena ventenne, calata giù dalla Estonia per “fare il mestiere”. Non una schiava, per carità. Irina ha scelto deliberatamente di mettere a frutto ciò che madre natura le ha concesso, senza falsi pudori, senza storie strappalacrime. E la sua confessione, se la si legge per il verso giusto, assomiglia di più ad una rivendicazione sindacale che al racconto di una vita passata al capezzale, è il caso di dirlo viste le abitudini dei “centri massaggio”, di uomini alla ricerca di una mezz’oretta di sesso in libertà, disposti a contorcersi su un lettino, mentre la signorina di turno si dà da fare.
Riaprire le case chiuse
Irina lo dice chiaro: «Bisogna riaprire le case chiuse. Lì - spiega -, si lavorerebbe meglio e si eviterebbero brutte cose». Per lei «brutte cose» non vuol dire solo la strada («io, giuro, sul marciapiede non ci sono andata mai»), ma anche il rischio di finire schiavizzate, chiuse in qualche sordido appartamento di periferia, costrette a fare tutto quello che ordinano i padroni. Meglio i bordelli, allora? Lei corregge la parola bordelli. Non le piace. Preferisce parlare di case moderne, con una stanza a disposizione. A denti stretti ammette che accetterebbe anche di rendere pubblica la sua professione. Purché non lo sappia la sua famiglia.


La “favola”
Già, perché ai parenti, mamma soprattutto, Irina ha raccontato la sua favola. E si descrive in tailleur, alla reception di un centro benessere, alle prese con una clientela raffinata. E per bene. Una favola fatta di ottimi guadagni, di serate con gente influente. Racconta e ride con quegli occhi azzurri da brava ragazza dell’Est, spiegando che i sogni non sono proibiti. Lo sguardo diventa duro solo quando racconta dei sette, otto clienti al giorno che lei deve conquistare sfilando nel salottino del micro bordello dove lavorava fino qualche tempo fa. Poi un blitz. «Infilo un completino sexy - racconta Irina -, con pizzi e laccetti, per mostrare e per nascondere. Poi indosso un camice bianco, corto e aderente. Io non lo abbottono mai. È il gioco dell’infermierina sexy». E così, ancheggiando sui tacchi altissimi Irina strappa i clienti alle colleghe. Vince chi è più furba. E chi sa vendersi meglio.
Ricchi e potenti
Il cliente è protagonista assoluto, basta che paghi prima il massaggio base. Cinquanta o ottanta euro. «A noi la madama - spiega Irina -, ne da venti o trenta al massimo...». E il resto? «Il resto dipende da noi, è il regalino che riusciamo a scucire al cliente». E a nascondere alla madama. Perché se lei se ne accorge manda il buttafuori a regolare la questione. Si fa a mezzo su tutto. Tranne che sulle fatiche del lettino. Già, il lettino. È lì che Irina e le sue colleghe imparano a muoversi come pantere, scalando quell’attrezzo costruito per massaggiare gli sportivi e che con sesso e amore c’entra assai poco. Anche con l’amore mercenario. Ma è lì che una sfilza di «uomini ricchi e potenti», come li descrive Irina, si trasformano in satiri, in masochisti e, per dirla tutta, in sporcaccioni della peggior specie. Non fa nomi, la furbetta con gli occhi azzurri. Ma lascia intendere che tra i clienti c’è un calciatore (tra l’altro assai ambito dalle ragazze), un avvocato che «sta tanto a cuore alla madama», un industriale che ama farsi sputare in faccia, un altro, pare un politico neo eletto, che vuole farsi sculacciare sul sedere e che, quando consuma, si fa il segno della croce. Lei ne parla con lo stesso tono che userebbe un idraulico per illustrarci i guai del nostro lavandino. Da professionista. Si smuove solo quando le chiediamo che cosa pensa degli uomini. «Penso che siano dei maiali, ma penso anche che abbiano bisogno di questo sesso a metà pomeriggio, scegliendo una ragazza che fa gli occhi dolci e a cui implorare un servizietto in più. Nudi sul lettino sono come dei bambini golosi davanti alla marmellata. Chiedono di fare tutto, anche di più, offrono cifre impossibili per farlo senza. Poi quando hanno finito si vestono in fretta, diventano professionali. Uno mi fa persino l’inchino, prima di uscire».


La fuga da Torino
Un bengodi che, per Irina, qui a Torino sta per finire. Lei ha già disdettato l’alloggio («È carino, ben arredato, costa solo 600 euro e mi spiacerà lasciarlo») e sta cercando casa a Roma. «Avevo pensato anche di andare a Milano, ma le mie amiche dicono che a Roma è un’altra cosa, c’è un mare di gente, ci sono soldi, c’è il cinema..». Già, il cinema. Resta questo il sogno segreto della bella Irina dalle idee chiarissime in quanto a futuro. Un sogno che ha riposto nel cassetto il giorno stesso in cui ha messo piede in Italia e ha dovuto indossare l’intimo per recitare a soggetto, su quel lettino. Allora aveva ancora il riscatto di tremila euro da pagare ai suoi talent scout.. «Devo fare questa vita ancora per tre o quattro anni, devo mandare soldi a casa e risparmiare. Ho due fratellini piccoli...».

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