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Il caso

I giudici liberano l’imam di via Saluzzo, l'ira di Meloni contro la Corte: «Così impossibile garantire la sicurezza»

Ieri la Corte d’appello ha emesso l’atto con cui cessa il trattenimento di Mohamed Shahin al Cpr

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L’imam Mohamed Shahin è stato liberato. La Corte d’appello di Torino ha accolto ieri mattina la richiesta dei suoi avvocati e disposto l’immediata cessazione del trattenimento presso il Centro di permanenza per i rimpatri di Caltanissetta. Ma si fa presto a cantare vittoria: già pronto il ricorso in Cassazione del ministro degli Interni Matteo Piantedosi. Shahin, cittadino egiziano residente in Italia da oltre vent’anni, era finito nell’occhio del ciclone a seguito delle sue parole sul 7 ottobre 2023. Durante un intervento a una manifestazione Pro Pal aveva detto: «Il massacro del 7 ottobre 2023 non è violenza». L'uomo era stato fermato poi lo scorso 24 novembre e trasferito nel Cpr di Caltanissetta perché destinatario di un provvedimento di espulsione, firmato da Piantedosi. I suoi legali avevano successivamente presentato domanda di asilo politico. I giudici, con la nota emessa ieri, hanno così riconosciuto che la sua permanenza nel Cpr non era legittima, alla luce di nuovi elementi emersi nel procedimento di riesame.

In particolare, la Corte ha evidenziato che i procedimenti penali posti a fondamento del giudizio di «pericolosità» non hanno avuto seguito: uno è stato archiviato perché le dichiarazioni contestate rientrano nella libertà di espressione tutelata dalla Costituzione, l’altro riguarda fatti privi di condotte violente. Nessun elemento concreto, attuale e specifico dimostra una pericolosità sociale dell’imam, che risulta incensurato e integrato nel tessuto sociale italiano. Per questo sia Avs che il Movimento 5 Stelle esprimono oggi soddisfazione per la decisione. «Oggi trionfa la giustizia», affermano. Anche se la pronuncia, occorre specificarlo, riguarda solo il trattenimento al Cpr, e non incide sull’espulsione, su cui si attende la pronuncia del Tar del Lazio. Di tutt’altro avviso il centrodestra, a partire dalla premier Giorgia Meloni, che tuona retorica: «Qualcuno mi può spiegare come facciamo a difendere la sicurezza degli italiani se ogni iniziativa che va in questo senso viene sistematicamente annullata da alcuni giudici?» Un «epilogo sconcertante» per l’onorevole FdI Augusta Montaruli. Anch’essa punta il dito in maniera netta sulla Corte d’Appello: «Si dà il via libera alla fratellanza mussulmana in Italia, peraltro si anticipa un giudizio che dovrebbe invece essere normalmente l'esito di un processo. Un fatto gravissimo», conclude.

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