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Sanità

In Piemonte c'è il rischio di almeno 500 infezioni chirurgiche all’anno: le statistiche "invisibili"

Al convegno di Motore Sanità emerge l’urgenza di un centro dati ufficiale per monitorare le infezioni chirurgiche

In Piemonte c'è il rischio di almeno 400 infezioni chirurgiche all’anno: le statistiche "invisibili"

In Piemonte ogni anno potrebbero verificarsi fino a 500 infezioni chirurgiche "invisibili", casi che non compaiono nelle statistiche ufficiali ma che emergono dalle stime basate sulla sorveglianza delle sale operatorie nel 2022/2023. I dati coprono però solo il 10% degli interventi totali (circa 7000 pazienti), ma applicando i tassi osservati a tutto il volume degli interventi, il numero reale potrebbe arrivare fino a 500 casi l’anno. Le infezioni correlate all’assistenza, che in media colpiscono l’8,1% dei pazienti ricoverati, comprendono le infezioni del sito chirurgico (circa il 10,5%), responsabili di prolungamenti della degenza, aumento dei costi e complicanze per i pazienti. Questi dati, seppur parziali, sono stati presentati questa mattina al convegno "Antimicrobico resistenza, l'importanza della prevenzione delle infezioni del sito chirurgico", organizzato da Motore Sanità, con interventi di esperti come Claudio Zanon, direttore Scientifico di Motore Sanità, e Carla Maria Zotti, professoressa ordinaria del Dipartimento di Scienze della Salute Pubblica e Pediatriche dell’Università di Torino.

Il convegno ha evidenziato come molte infezioni siano prevenibili con misure già note e poco costose, ma che l’assenza di un sistema dati nazionale e regionale integrato rende difficile quantificare il problema nella sua reale dimensione. L’incontro ha anche sottolineato l’importanza di un approccio multidisciplinare, coinvolgendo chirurghi, epidemiologi, igienisti e farmacisti ospedalieri, per definire strategie regionali efficaci e sostenibili e ridurre sia i rischi clinici che l’impatto economico. In Piemonte, le infezioni del sito chirurgico colpiscono soprattutto le chirurgie addominali, ortopediche e cardiovascolari, e più della metà dei casi compare dopo la dimissione, quindi non viene rilevata subito. Ogni infezione allunga la degenza di circa dieci giorni e comporta costi stimati tra 9mila e 25mila euro.

L’antimicrobico‑resistenza, spiegano gli esperti, non è una malattia in sé, ma un problema che nasce quando antibiotici e altri farmaci smettono di funzionare come dovrebbero, con un impatto sulla società paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV. Fortunatamente, tra il 30% e il 50% delle infezioni ospedaliere è stimato prevenibile grazie a buone pratiche, come igiene accurata, controllo della temperatura e della glicemia, gestione attenta della ferita e strumenti specifici, come le suture antibatteriche.

Dal punto di vista economico, le infezioni del sito chirurgico rappresentano un peso rilevante per il Servizio Sanitario Regionale. In Piemonte, il costo medio di una singola infezione chirurgica si aggira intorno ai 10.200 euro, considerando ricoveri prolungati, farmaci e eventuali reinterventi. L’adozione di suture antibatteriche comporta un investimento minimo, circa 30 euro per intervento, e consente di evitare un’infezione ogni circa 133 interventi. Il costo della prevenzione per ciascuna infezione evitata è stimato in circa 3.990 euro, mentre il risparmio netto medio per infezione prevenuta varia tra 6mila e 26mila euro. Questo comporta un ROI medio del 400%, il che significa che per ogni euro speso in prevenzione se ne risparmiano quattro, dimostrando che misure preventive semplici ed economiche, oltre a proteggere i pazienti, sono altamente sostenibili e vantaggiose anche per le strutture sanitarie.

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