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Il caso
18 Dicembre 2025 - 09:20
Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo
Il dado è tratto. Il patto è cessato. A poche ore dal blitz in corso Regina Margherita 47 - la sede storica del centro sociale Askatasuna - partito alle prime luci dell'alba, da parte di reparto mobile, carabinieri e Digos, la pronuncia del primo cittadino torinese.
«La Prefettura di Torino ha comunicato alla Città l'accertamento della violazione delle prescrizioni relative all'interdizione all'accesso ai locali di corso Regina Margherita 47. Tale situazione configura un mancato rispetto delle condizioni del patto di collaborazione che pertanto è cessato, come comunicato ai proponenti», ha affermato Lo Russo.
All'interno dell'edificio, che in teoria ai piani superiori doveva essere vuoto e inagibile, c'erano sei persone che stavano dormendo.
Parallelamente in corso le perquisizioni anche nelle case dei militanti. L'operazione ad "Aska" sarebbe collegata all'inchiesta sugli assalti alle Ogr, a Leonardo e alla sede del quotidiano La Stampa, avvenuti durante le manifestazioni Pro-Pal nei mesi scorsi. A cantar vittoria sono stati in primis gli esponenti FdI da sempre contrari al Patto stipulato dalla Città con i garanti di Aska, Augusta Montaruli e Maurizio Marrone: "Lo Stato ha colpito. Avevamo ragione". "Con i violenti non si tratta, non si fanno accordi, non si nasconde la testa per fingere di non vedere”, ammoniscono i due.
"Il regalo di Natale più bello che Piantedosi (il ministro degli Interni, ndr) potesse fare ai torinesi. Ci aspettiamo che il sindaco Lo Russo e tutti i sostenitori della bontà del progetto prendano atto della realtà e accettino che quello è un luogo di illegalità", aggiunge l'esponente del Carroccio Fabrizio Ricca.
Di contro, dal mondo politico, c'è anche chi dà manforte agli "inquilini" di Aska, come la consigliera della Circoscrizione 7 Ilaria Genovese, che rilancia l'appello dei militanti: "La perquisizione è in corso ma potrebbe essere possibile lo sgombero, accorrete". Le operazioni sono in corso.
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