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Scuola
22 Dicembre 2025 - 08:15
Immagine di repertorio
Negli ultimi anni l’innovazione digitale ha assunto un ruolo crescente nella scuola, fino all’arrivo delle intelligenze artificiali generative. Oggi strumenti come ChatGPT, Gemini, Copilot o Canva sono già utilizzati da studenti e docenti, ma il loro impiego solleva questioni rilevanti sul piano normativo e della protezione dei dati. Dopo la pubblicazione delle Linee guida del Ministero dell’Istruzione e l’entrata in vigore dell’AI Act europeo, molte scuole torinesi hanno deciso di sospendere temporaneamente l’uso di queste applicazioni in attesa di dotarsi di regole chiare.
Alcuni istituti hanno vietato l’utilizzo delle piattaforme di intelligenza artificiale con gli account ufficiali, seguendo le indicazioni dei Dpo, i responsabili della protezione dei dati. In diversi casi, la scelta è stata discussa nei Collegi docenti prima della pausa natalizia. «L’obiettivo è evitare l’inserimento di dati personali», spiega Filomena Filippis, dirigente del liceo Berti e presidente di Andis Piemonte, dove è in corso la stesura di un regolamento interno.
Altre scuole hanno adottato soluzioni intermedie. Al liceo scientifico Galileo Ferraris è consentito l’uso di Gemini tramite account istituzionale, mentre allo scientifico Volta l’applicazione è stata disattivata dalla piattaforma Google Workspace. «Il regolamento è in preparazione, ma i numerosi impegni del trimestre hanno rallentato il lavoro», chiarisce la dirigente Maurizia Basili.
L’uso dell’IA è considerato uno strumento di supporto anche per i docenti, ad esempio nella preparazione di lezioni o materiali didattici, senza però sostituire le responsabilità professionali. Lo ricorda Maria Teresa Furci, dirigente del Convitto Umberto I, sottolineando che progettazione e valutazione restano competenze non delegabili.
Sul fronte studenti, l’utilizzo è già diffuso, soprattutto per lo studio e la rielaborazione dei contenuti. Alcuni istituti, come il Santorre di Santarosa e il Majorana di Moncalieri, hanno già inserito regole specifiche nei regolamenti scolastici, richiamando il rispetto delle normative vigenti.
Non mancano però le critiche. I sindacati di base segnalano i rischi di un’adozione rapida delle tecnologie delle grandi aziende digitali e invitano a valutare alternative, chiedendo maggiore prudenza nella gestione di una trasformazione che coinvolge direttamente la scuola.
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