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L'operazione Capolinea della polizia

Droga, Bmw e arti marziali: in cella il trapper dell’Atc

Fra gli arrestati in corso Racconigi c’è Serchia, che nelle sue canzoni cita cocaina, carcere e polizia

Video youtube Serchia

Il fermo immagine del video della canzone 25R del trapper Serchia, terzo da sinistra

Corso Racconigi 25 nel titolo, nei testi e nelle immagini, a partire da quella che apre il video della canzone. Poi versi difficili da equivocare: “Butta tutto, frate, che in cortile passa il drone”. Autore, il trapper Serchia: c’è anche lui fra i nove arrestati dell’operazione Capolinea, che ieri ha portato in carcere i componenti di un’organizzazione criminale accusata di gestire il traffico di droga nel quartiere di Borgo San Paolo.
Secondo gli inquirenti, il complesso popolare di corso Racconigi 25 era la base per la compravendita di cocaina, marijuana e hashish. Una vera e propria “piazza dello spaccio”, riconosciuta anche da residenti della zona e ambulanti. Ma è anche il set del video di più di una canzone di Serchia. A partire da “25R”, pubblicata poco più di due anni fa e con lo stesso cantante di origine tunisina fra i protagonisti. E, fra le immagini, auto rombanti, giovani che si sfidano ad arti marziali, citazioni che rimandano a droga e spaccio. Poi versi che ora suonano come premonitrici dopo l’arresto del cantante, che ha nominato Stefania Giordano come legale: “Butta tutto, frate, che in cortile passa il drone” canta Serchia con, sullo sfondo, le palazzine Atc prima dell’inizio del cantiere di riqualificazione. Poi una serie di frasi che rimandano a droga, polizia e carcere: “Ricorda che in cella l’infame perde il pantalone. Madama riempie il borsone, colpa di una merda che ha detto quel nome. Vedo tutto blu, mi si ferma il cuore”. Seguono altri versi come “pacchetti di weed” e “cade l’impero per colpa di uno snitch”, con due parole inglesi che in gergo significano “marijuana” e “spione”. Poi “polverina magica” e “sfrutto questi soldi con lo spaccio nella trap, cresciuti da soli col rispetto e l’omertà”. E infine via con le rime a sfondo torinese, con il complesso popolare citato direttamente: “Amo la mia city, amo la Mole, corso Racconigi è solamente la visione. Stai parlando troppo, cumpa, ti do uno schiaffone”.

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