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LA SCOPERTA

Un vaccino contro il cancro, così la scienza ha imparato dal Covid

Moderna annuncia l'arrivo di un farmaco basato sulla tecnologia mRna entro il 2030

Un vaccino contro il cancro, così la scienza ha imparato dal Covid

Moderna ha annunciato entro sette anni un nuovo farmaco antitumorale

Dopo aver realizzato il vaccino contro il Covid e grazie all’esperienza sulla loro formulazione, Moderna ha annunciato di essere pronta a sviluppare i primi vaccini personalizzati a mRna contro cancro, malattie cardiovascolari e quelle autoimmuni. Farmaci che potrebbero arrivare sul mercato entro il 2030. L’azienda farmaceutica sta lavorando ad un vaccino per contrastare il “virus sinciziale” e il melanoma: per entrambi i brevetti ha ottenuto dalla Food and drugs administration degli Stati Uniti la “breaktrough therapy”, che sarebbe la procedura accelerata di approvazione. Nel primo caso, in particolare, il vaccino ha mostrato un’efficacia dell’83,7% nel prevenire almeno due sintomi, tosse e febbre, negli ultrasessantenni.

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L’annuncio di Moderna è arrivato a poche settimane da quello dell’azienda tedesca BioNTech, la stessa che a gennaio 2020 ha realizzato insieme a Pfizer il primo vaccino contro il Coronavirus, avviando una collaborazione con le autorità britanniche per la distribuzione del vaccino a Rna messaggero a 10mila pazienti nel Regno Unito entro il 2030. Proprio il lavoro svolto contro il Covid ha consentito alla ricerca sui vaccini contro il cancro di procedere in fretta, tanto che l’equivalente di quindici anni di progressi sono stati raggiunti in poco meno di un anno e mezzo. Secondo il direttore sanitario di Moderna, Paul Burton, «l’azienda potrà offrire questi vaccini in appena cinque anni». E quelli che arriveranno, spiega Burton «saranno molto efficaci e potranno salvare centinaia di migliaia se non milioni di vite. Credo che saremo in grado di offrire vaccini personalizzati contro numerosi diversi tipi di tumore alla popolazione mondiale».

I vaccini funzioneranno così: prima una biopsia sulle cellule tumorali dovrà identificare le mutazioni non presenti nelle cellule sane e successivamente un algoritmo riconoscerà quali mutazioni stanno determinando la crescita del tumore. Creata, dunque, una molecola di Rna messaggero con le istruzioni per produrre gli antigeni si produrrà una risposta immunitaria e la mRna, una volta iniettata, si tradurrà in parti di proteine identiche a quelle presenti nelle cellule tumorali. Le cellule immunitarie, a questo punto, dovrebbero distruggere le cellule tumorali che trasportano le stesse proteine.

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