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La ricostruzione del tentato omicidio

«In questa casa comando io». E lo zio gli spara

L'anziano è ai domiciliari a Pinerolo, il ferito è grave alle Molinette

Tentato omicidio Pinerolo

La vittima del tentato omicidio, Roberto Ceresole, con la moglie Claudia, scomparsa lo scorso novembre

Oggi la sua Claudia avrebbe festeggiato il compleanno. Ma la morte della donna, lo scorso novembre, ha fatto crollare tutto il mondo di Roberto Ceresole, pensionato Fiat di 64 anni. Che, da quel momento, non è stato più lo stesso: «Ha ereditato un pezzo della casa degli zii e voleva decidere per tutti. Ha esasperato zio Luigi fino a quando l’altra sera, purtroppo, lui gli ha sparato con una vecchia pistola a tamburo».
Marco, fratello di Claudia, parla con un filo di voce: davanti agli occhi ha ancora il lago di sangue in cui ha trovato il cognato Roberto, colpito a una guancia dallo zio 84enne. Luigi Serafini lo ha quasi ucciso nel cortile del cascinale di strada Risagliardo 76, una casa isolata alla periferia di Pinerolo. Dove ora l’anziano è agli arresti domiciliari mentre il nipote è in prognosi riservata alle Molinette di Torino.

L’immobile è oggetto di una ristrutturazione ed è al centro della vicenda che ha distrutto questa famiglia di pensionati e agricoltori: «Roberto aveva già avuto problemi psichiatrici, ripresi dopo la scomparsa di mia sorella - ripercorre il cognato - Non riesce a elaborare il lutto. Il problema è che lui è diventato legittimo proprietario di parte della casa. Ha iniziato a venire qui e a dire: “Qua si fa come voglio io”».

La casa di strada Risagliardo 76, a Pinerolo, teatro dei litigi e del tentato omicidio di mercoledì sera

A quanto pare, Ceresole era noto alle forze dell’ordine, intervenute più volte per queste intemperanze. Ma il primo vero scontro risale a martedì: «Se l’è presa con la zia, moglie di Luigi: ci sono state parole pesanti, io ho dovuto trattenere Roberto perché era partito in maniera preoccupante verso di lei. Diceva: “Voglio fare giustizia, tanto non ho più niente da perdere”». Mercoledì è andata peggio, anche perché il cognato stava guardando la partita del Toro e si è accorto dello scontro quand’era troppo tardi: «Erano le 18.30 circa: Roberto è tornato e si è messo a battere sulla porta dietro, urlando e facendo dei versi. Finché lo zio è uscito e gli ha sparato contro». 

Erano le 18.30 circa: Roberto è tornato e si è messo a battere sulla porta dietro, urlando e facendo dei versi. Finché lo zio è uscito e gli ha sparato contro


Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, intervenuti poco dopo, Serafini ha preso una pistola a tamburo calibro 380, vecchia di almeno 80 anni e in pessime condizioni. L’ha impugnata e, a circa un metro di distanza, ha sparato in faccia al nipote acquisito. Per fortuna, la mira è stata difettosa: pochi centimetri più in là e lo avrebbe ucciso, invece l’ha “solo” colpito a una guancia.
Quando i militari della compagnia di Pinerolo si sono precipitati sul posto, hanno trovato il nipote a terra mentre lo zio si è consegnato senza opporre resistenza.

L'accesso al cascinale di Pinerolo

Ceresole è stato soccorso dai sanitari del 118 che gli hanno prestato le prime cure e poi, con l’elisoccorso, l’hanno trasportato alle Molinette. I chirurghi l’hanno operato già mercoledì sera per estrarre la pallottola, arrivata all’altezza della scapola: il 64enne ha riportato un trauma toracico e al momento resta intubato, in terapia intensiva e in prognosi riservata.
Intanto l’arma è stata sequestrata (aveva ancora 5 colpi) mentre l’anziano è stato arrestato per tentato omicidio e, anche in considerazione dell’età, è stato messo ai domiciliari: «Lo zio era esasperato, ora è sotto shock. Ma va detto che mio cognato era estremamente provocatore verso di lui». 

Lo zio era esasperato, ora è sotto shock. Ma va detto che mio cognato era estremamente provocatore verso di lui

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