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ALLE MOLINETTE
08 Maggio 2023 - 14:03
Francesco con mamma Simona e papà Gianfranco
Ora Francesco ha soltanto più un sogno da realizzare, quello che porta nel cuore da sempre: poter spiccare il volo su un aeroplano. «E lo farà presto» assicura mamma Simona, ancora emozionata nel ricordare la "maratona" chirurgica a cui è stato sottoposto alle Molinette. Sedici ore di sala operatoria per un trapianto di fegato definito «al limite dell'impossibile» dagli stessi medici. Il tredicenne, infatti, si è salvato da una grave patologia ipertensiva cardiopolmonare grazie agli organi ricevuti da un bambino deceduto in Germania.
Per ricostruire la storia della malattia del giovane bisogna andare indietro nel tempo, fin dal suo primo ingresso presso la Gastroenterologia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino diretta dal dottor Pierluigi Calvo. Francesco, infatti, era nato con una rarissima anomalia nella circolazione del sangue nell’addome nota come "Sindrome di Abernethy" e da sempre soffriva di una “intossicazione cronica”, perché tutto il sangue che arrivava dall’intestino non veniva filtrato dal fegato e andava direttamente al cuore e ai polmoni. In questi casi, il trapianto di fegato è l’unica opzione terapeutica, non essendo possibile la correzione con tecniche di radiologia interventistica e, solitamente, viene effettuato al momento della comparsa di una complicanza, detta "sindrome epatopolmonare", ma il piccolo paziente aveva invece sviluppato nel tempo una grave e rarissima ipertensione polmonare, che ha reso il trapianto così rischioso da essere controindicato dalla letteratura scientifica.
Una strada quasi senza via d'uscita dato che il trapianto restava l’unica soluzione mentre il tempo rendeva la situazione sempre più minacciosa per la vita del ragazzo. Dopo un anno di cure, però, condotte congiuntamente dai cardiologi dell’ospedale Regina Margherita diretti dalla dottoressa Gabriella Agnoletti e dai medici dell’ospedale Molinette diretti dal professor Gaetano Maria De Ferrari e dalla dottoressa Claudia Raineri, utilizzando una combinazione di farmaci a dosaggi raramente usati in pediatria, le condizioni del bambino sono nel frattempo parecchio migliorate. Così il Centro Nazionale Trapianti ha segnalato al Coordinamento Regionale Trapianti Piemonte la disponibilità di un fegato pediatrico segnalato in Germania. L’opportunità è stata immediatamente colta dall’équipe del Centro Trapianto Fegato di Torino diretto dal professor Renato Romagnoli, che si è subito imbarcata sul primo aeroplano per eseguire il delicato prelievo dell'organo, grazie anche al lavoro del Servizio di Emergenza del 118 di Torino, che ha garantito l'organizzazione dei trasporti dell'équipe trapianti in tempi record.
Senza perdere nemmeno un istante tantissimi professionisti sono stati convocati presso la sala operatoria delle Molinette per rendere possibile un intervento chirurgico molto complesso, che ha necessitato di circolazione extracorporea, siccome la pressione elevata del sangue nei polmoni non avrebbe permesso al bambino di sopravvivere ad un trapianto di fegato eseguito con tecnica tradizionale. La delicata operazione è riuscita ed il decorso postoperatorio è stato regolare presso la Rianimazione Centrale delle Molinette e nell’Area Semintensiva del Centro Trapianto Fegato. Il bambino è da poco stato dimesso in condizioni molto buone ed ha già ripreso quella che per lui sarà una nuova vita. «Francesco ha sempre saputo quanto fosse delicata la sua condizione e ha avuto molto coraggio a sottoporsi all'unica operazione che gli avrebbe salvato la vita. Un coraggio da vero uomo» racconta mamma Simona. «E ora, benché il decorso sia stato migliore del previsto, dobbiamo solo aspettare che si riprenda ancora un po' e poi, man mano, realizzeremo tutti i suoi sogni. A partire dal volo».
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