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L'ALLARME

Gioco d'azzardo, 2mila "slot" in più in Piemonte: «Così aumentano i ludopatici»

Protesta a Palazzo Lascaris per chiedere un nuova legge più restrittiva dopo l'allentamento delle norme nel 2021

Gioco d'azzardo, 2mila "slot" in più in Piemonte: «Così aumentano i ludopatici»

Tra il 2020 e il 2021 il numero di "videopoker" è cresciuto del 10,3% in Piemonte

Tornano a crescere in Piemonte i ricavi dell’azzardo grazie alla riaccensione di migliaia di “slot machine” e “videopoker” spenti dalla legge contro la ludopatia che la Regione Piemonte aveva approvato nel 2019 modificandola, però, soltanto due anni dopo con minori divieti e restrizioni sull’installazione e il posizionamento dei giochi all’interno dei locali pubblici. Per questo tra il 2020 e il 2021 se ne contano almeno 2mila in più su un totale di 22.389 apparecchi collegati ai Monopoli di Stato in tutto il Piemonte (+10,3%). Un dato in controtendenza rispetto a tutte le altre Regioni d’Italia. Per chiedere alla Giunta presieduta da Alberto Cirio di tornare sui propri passi e stringere nuovamente le maglie al gioco patologico, questa mattina, una quarantina di sigle e di associazioni hanno presidiato Palazzo Lascaris consegnando al Consiglio una petizione che ha raccolto oltre 12mila adesioni. «La situazione è notevolmente peggiorata: aumentando l’offerta è cresciuta la possibilità di gioco, i soldi persi e quelli giocati. Il Piemonte ha indici superiori alla media nazionale» denuncia la referente di Libera in Piemonte, Maria José Fava che insieme ai manifestanti ha insistito sul rispetto della Costituzione e dell’iter legislativo su una proposta di iniziativa popolare con cui viene chiesta «l’abrogazione della legge attuale che ha portato il Piemonte indietro» e per cui sono state raccolte circa 12mila firme.

«La nuova norma sul gioco d’azzardo, che ha cancellato la legge 9/2016, ha provocato l’aumento della spesa pro capite e della diffusione delle macchinette sul territorio, lo attestano studi promossi dalla stessa Regione con il Cnr. Una scelta scellerata che determina un costo sociale che pagano soprattutto le famiglie più fragili» dichiarano il segretario del Pd del Piemonte, Domenico Rossi e il consigliere Diego Sarno. «Il presidente Cirio – prosegue Sarno – non perde l’occasione per sottolineare come cerchi sempre di valorizzare le amministrazioni locali e i piemontesi, allora lo faccia davvero considerando le 12mila firme e i 21 consigli comunali che rappresentano un segnale importante da parte di amministrazioni e cittadini che chiedono di essere ascoltati. È scaduto da un mese il tempo per la discussione della legge dopo la consegna delle firme e non rileviamo alcun segnale».

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