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Emergenza senzatetto

«Non lasciamoli morire di caldo», a Torino dormitori estivi per i clochard

Il Comune pensa a un'ordinanza "speciale" anche durante l'estate, proprio come per l'inverno

E' sempre emergenza clochard sotto i portici del centro

E' sempre emergenza clochard sotto i portici del centro

Dormitori estivi per ospitare i clochard. Una strada che il Comune di Torino sta pensando di percorrere, dovuta a un fenomeno che ormai ci riguarda sempre di più: il cambiamento climatico. Palazzo Civico sta seriamente pensando di attuare ordinanze ad hoc per una possibile “emergenza estate”, proprio come già avviene in inverno in cui scatta il piano-freddo e vengono allestiti accampamenti temporanei per le persone senza fissa dimora.

«Abbiamo avviato una riflessione interna all’amministrazione insieme all’assessore Francesco Tresso per capire se è possibile pensare ad ordinanze sindacali anche per l’estate - ha spiegato oggi in consiglio comunale l’assessore Jacopo Rosatelli - in virtù del fatto che il cambiamento climatico espone le persone che vivono in strada a pericoli anche in quella stagione, come il grande caldo o i fenomeni climatici estremi». Quindi, è possibile che già a partire da quest’estate Torino allestisca dormitori in città per evitare che i senzatetto finiscano all’ospedale per il troppo caldo o rischino la propria incolumità a causa, ad esempio, di un fortissimo temporale.

Un’idea, i dormitori estivi, emersa mentre un’altra struttura per i senzatetto è stata da poco chiusa: quella di via Traves, vicino allo stadio della Juve. Chiusura che ha suscitato polemiche e spinto due consiglieri, Elena Apollonio (Gruppo misto) e Andrea Russi (Cinque Stelle) a presentare interpellanze in consiglio proprio sul tema dei clochard. «I numeri sono preoccupanti, ogni notte si stima che ci siano ancora 300 persone in strada», ha dichiarato Elena Apollonio, mentre Andrea Russi ha criticato l’amministrazione sulla chiusura di via Traves, avvenuta anche grazie alla polizia: «Una chiusura effettuata senza parlare con quelle persone, e senza trovare soluzioni alternative».

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