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INTERVENTO DA RECORD

Torna a vivere grazie a un doppio trapianto di cuore e polmoni. E con il suo salva una donna in lista d'attesa

Fabio, 43enne di Catania,, colpito da una grave patologia polmonare è stato sottoposto ad un trapianto "domino". Con il suo cuore ha donato una nuova vita ad una paziente di 51 anni

Torna a vivere grazie a un doppio trapianto di cuore e polmoni. E con il suo salva una donna in lista d'attesa

Fabio C., 43 anni, è sottoposto ad un doppio trapianto di cuore e polmoni

«Per mio fratello, la “clessidra” aveva già cominciato a far scorrere la sabbia». Usa un’immagine poetica ma trattiene a fatica il groppo in gola, Daniela C., quando ripensa al miracolo grazie a cui suo fratello Fabio, 43 anni, ha scampato una morte certa e imminente. Salvato alle Molinette di Torino grazie ad un doppio trapianto di polmoni e cuore che si è trasformato anche in una donazione. Il cuore di Fabio, infatti, ora batte nel petto di una donna a sua volta in lista d’attesa.

Il 43enne, originario di Catania e attualmente ricoverato in terapia intensiva, era affetto da una grave patologia polmonare ed è stato sottoposto ad un trapianto associato del cuore e dei due polmoni. Ma il suo cuore, una volta espiantato, anziché essere scartato è stato utilizzato per effettuare un trapianto di cuore in una seconda paziente affetto da una grave malattia cardiaca terminale. Dopo quasi trent’anni che non si effettuava in Italia, il trapianto di cuore domino si è nuovamente dimostrato una strategia “semplice” per risolvere un problema complesso.

A far patire i polmoni, invece, era una grave disfunzione dei polmoni causata dalla cosiddetta “Sindrome di Young” per cui Fabio ha scelto di affidarsi alle cure del Centro Trapianti di Cuore e Polmone dell'Ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, diretto dal professor Mauro Rinaldi. Dalle analisi si scopre che il solo trapianto dei polmoni non è praticabile per una grave discrepanza di dimensioni del torace di sinistra rispetto a quello di destra. L’unica possibilità è di sostituire l’intero blocco cardiopolmonare. Ma il suo è un cuore giovane, non malato, e non può essere sprecato. I medici decidono quindi che può essere recuperato e trapiantato in un secondo paziente. Intanto il paziente sta male, viene ricoverato in ospedale più volte ed a lungo, perché ha bisogno di ossigeno ed ha infezioni ricorrenti. La famiglia si trasferisce a Torino, ma l’attesa è lunga e, dopo qualche mese, il paziente decide di ritornare a casa in Sicilia.

Scoppia l’epidemia Covid e lui si infetta, ma fortunatamente sopravvive. Intanto il tempo passa ed i suoi polmoni sono sempre più malandati, finché alla fine di dicembre 2022 viene ritrasferito alle Molinette. Poco prima di Capodanno, torna a stare molto male e viene ricoverato presso la rianimazione cardiochirurgica coordinata dalla dottoressa Anna Trompeo, appartenente all’équipe del professor Luca Brazzi, dove viene intubato ed attaccato al ventilatore meccanico. La gravità della malattia consente ai medici di lanciare un appello nazionale per un trapianto urgente di cuore e polmoni. Trovare tre organi idonei non risulta facile, nonostante l’iscrizione alla lista nazionale delle urgenze.

Fortunatamente, la sua funzione polmonare, seppur grave, si stabilizza. Alla fine di aprile ecco la speranza: il Centro Regionale Trapianti diretto dal professor Antonio Amoroso segnala, su indicazione del Centro Nazionale Trapianti, la disponibilità di un blocco cuore e polmoni da un donatore di Roma. Parte la corsa contro il tempo e l’organizzazione del complesso trapianto domino. Una équipe della Cardiochirurgia parte per il prelievo, il paziente viene trasferito in sala operatoria e viene chiamata in ospedale una donna di 51 anni, affetta da displasia aritmogena biventricolare, per ricevere il cuore che diversamente sarebbe stato sprecato. «Un’organizzazione complessa» assicurano dalle Molinette, ma tutto è pronto. I due riceventisono pronti per il «prezioso dono» in arrivo a Torino. L’intervento del blocco cuore e polmone è particolarmente complesso: i polmoni sono gravemente danneggiati, il torace è asimmetrico e poi non bisogna lesionare il cuore che la paziente nella sala operatoria a fianco sta aspettando. L’intervento, eseguito dal professor Mauro Rinaldi con l’aiuto del professor Massimo Boffini, durato oltre dieci ore, riesce perfettamente: il cuore e i polmoni nuovi vengono impiantati e nell’altra sala operatoria il cuore espiantato viene impiantato nella seconda paziente.

«Le strade di tre persone si incrociano per un momento con il passaggio di un testimone particolare: il donatore dona il blocco cuore e polmone ad un paziente che lo riceve ed a sua volta dona il suo cuore “scartato” ad una seconda paziente» sottolineano dalla Città della Salute e della Scienza di Torino, per cui «la realizzazione di questi due trapianti concatenati è il coronamento di un importante sforzo, sia della rete trapiantologica nazionale, sia dell’ospedale Molinette, che traduce in cura la generosità dei cittadini che hanno acconsentito alla donazione».

 

Attualmente i due pazienti stanno migliorando ed il loro decorso appare regolare, facendo ben sperare che possano godere appieno di questo bellissimo “regalo”. Il direttore generale della Citta della Salute di Torino, Giovanni La Valle, si dichiara «orgoglioso di questo intervento che sintetizza bene l’alta complessità e l'eccellenza delle cure disponibili nell'ospedale Molinette: il trapianto di cuore non può realizzarsi che da donatore deceduto, se non in questa rarissima situazione, dove il donatore è vivente, caso veramente unico, che ha consentito una speranza di vita in un altro ricevente in attesa di trapianto».

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