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IL FATTO

Cirio apre il Grattacielo e la corsa alla Regione: «Mandato bis? Ci sono»

Il governatore apre il nuovo Palazzo a 1.300 torinesi ma anche al secondo mandato

Cirio apre il Grattacielo e la corsa alla Regione: «Mandato bis? Ci sono»

Il governatore Alberto Cirio è pronto al "bis" in Regione

Taccuini chiusi, registratori spenti. «Io ci sono, sono orgoglioso di aver fatto il governatore della Regione e se la coalizione è d’accordo, sarei lieto di proseguire, ma allo stesso tempo sono a disposizione per ciò che possa essere più utile per il Piemonte». Non indugia nemmeno un istante, Alberto Cirio, nel confermarsi pronto al secondo mandato da governatore della Regione Piemonte. L'alternativa, nel caso in cui non fosse lui il candidato della coalizione di centrodestra, l’altra eventualità, sarebbe una candidatura alle Europee, di cui si parla ormai da tempo, così da avere l’occasione di essere indicato dal Governo come prossimo commissario all’Agricoltura in Europa. Ma è un'ipotesi che resta ancora nell’aria. Da tenere in considerazione ci sono gli equilibri della coalizione, ma anche l’importanza del lavoro svolto nel corso del mandato. «Di fatto ho governato un anno perché ho “perso” quattro anni per via di ogni emergenza ci sia stata in Piemonte e in Italia, a partire dal Covid e mi pare di averle affrontate bene» confessa a margine della prima apertura del grattacielo della Regione Piemonte ai cittadini in occasione di Open House, dopo oltre trent’anni tra progettazione e costruzione di quello che - fin dalla giunta Ghigo ad arrivare a Chiamparino - sarebbe la più grande opera pubblica in Italia realizzata nell’arco di trent’anni. A parte il Tav.

A commuoverlo, in questo primo incontro con i cittadini, sono i sorrisi della piccola Greta che, fra qualche giorno, compirà cinque anni e alla quale i genitori hanno voluto regalare con un poco di anticipo un’emozione enorme: osservare Torino dall’alto, «come fosse seduta su una nuvola». Ed è questa, forse, la sintesi migliore per mettere a riposo le polemiche su un’opera pubblica che «entro l’estate» vedrà oltre 2mila dipendenti della Regione prendere possesso di uffici e scrivanie che, fino ad oggi, sono state per lo più in affitto. «Avevamo promesso di aprire il grattacielo ai dipendenti entro l’estate e lo facciamo anche prima: il 16 giugno saranno tutti al loro posto di lavoro in ufficio» annuncia il governatore». In piazza Castello non arriverà un hotel. «Abbiamo deciso di non venderlo» ricorda il governatore. «Lì prenderà sede della Corte dei Conti, oppure, l’autorità Antiriciclaggio, in base a dove verrà assegnata». assicura Cirio, ricordando come il valore degli immobili tra Lingotto e Barriera Nizza, con l’arrivo della Regione, sia aumentato del 3% proprio in funzione della apertura dei nuovi uffici. «Già per quest’anno risparmieremo 4 milioni di euro e il prossimo arriveremo a 18 milioni di euro» ricorda Cirio, affiancato dall’assessore allo Sviluppo, Andrea Tronzano.

«Siamo molto orgogliosi di avere aperto questo edificio ai cittadini che, giustamente, da decenni si chiedono cosa ne sarebbe stato e cosa ne sarà, così ridiamo dignità a una zona martoriata per almeno un decennio» aggiunge Tronzano. Intanto, al piano terra, attendono in ordinata coda oltre 1.300 cittadini che, in occasione di Open House, hanno prenotato una visita al grattacielo. «Volevamo proprio vedere cosa fosse diventato dopo tutti questi anni» spiega Maria, architetto, che insieme con Emanuela ha voluto vedere con i propri occhi uno dei due grattacieli della città. «Non mi sembra nulla di così innovativo, un parallelepipedo di vetro e acciaio» aggiunge l’amica. Caterina è ancora in fila, invece, sembra quasi impaziente di salire. «Volevo capire e vedere come la Regione avesse realizzato questo progetto, una vera e propria curiosità dopo tanta attesa». Niccolò ha la metà degli anni che ci sono voluti per realizzare il grattacielo. «Nel mondo ci mettono molto di meno e, sinceramente, stupisce anche me che in almeno trent’anni tra progettazione e costruzione non fosse ancora stato inaugurato. Speriamo per tutti noi che ne facciano buon uso».

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