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A Torino

Trasferiti i due preti di periferia, troppe polemiche con il Comune

Parroco e vice di di Maria Regina della Pace avevano denunciato violenze e degrado

I sacerdoti

Don Stefano Votta e di don Luca Ramello

«Promoveatur, ut amoveatur». L’anziano canonico ordinato ai tempi di monsignor Michele Pellegrino, prende a prestito la massima latina (e non potrebbe essere diversamente), per commentare il trasferimento di don Stefano Votta e di don Luca Ramello, fino ad oggi parroco e collaboratore di Maria Regina della Pace in Barriera Milano, a San Mauro Torinese, la ridente e ricca cittadina ai piedi della collina torinese. Per i due presbiteri il prossimo servizio pastorale sarà certamente meno tumultuoso del precedente, ma il trasferimento viene valutato, almeno in certi ambienti, come punitivo.

IL SINDACO LO RUSSO E L'ARCIVESCOVO DI TORINO REPOLE

Meglio ancora, un modo per allontanare due preti scomodi dalla trincea della periferia torinese. Evidentemente le ripetute denunce dei due sacerdoti riguardo la situazione in cui versa il quartiere, «devono aver disturbato il manovratore», aggiunge, prima di ritirarsi, il monsignore di prima, in un religioso silenzio. Da capire ora, chi sia tale manovratore. Per comprenderlo è necessario fare un passo indietro e ricordare come don Votta abbia più volte tuonato dal pulpito per denunciare lassismo e inadempienze.

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A darne notizia era stato proprio l’organo di stampa diocesano: «Sono arrivati anche i topi nelle vie attorno alla parrocchia Maria Regina della Pace in Barriera di Milano: i mesi estivi hanno visto un’escalation di violenza e degrado in un quartiere, soprattutto nell’isolato della parrocchia fra corso Giulio Cesare, via Sesia e corso Palermo, letteralmente assediato dagli spacciatori, divenuto terra di nessuno. Il parroco don Stefano Votta in agosto ha denunciato la situazione postando di giorno in giorno sui social alcune foto scattate dalle finestre della casa canonica: elettrodomestici abbandonati, persone che urinano sulla via ad ogni ora, risse, cocci di bottiglia e immondizia ovunque. Lo spaccio di droga avviene a fiumi e a cielo aperto, notte e giorno, così come la prostituzione», si legge su La Voce del Tempo in un’edizione del settembre 2022.

E il parroco aveva in più occasioni rivolto appelli a sindaco e prefetto. Appelli, però, come lo stesso sacerdote aveva rimarcato, rimasti inascoltati. Per evitare il cortocircuito tra pubblica amministrazione e curia, il vescovo Repole ha deciso di affidare ai due preti parrocchie meno problematiche e di concedere la reggenza di Maria Regina della Pace al Sermig del più ecumenico Ernesto Olivero. Una soluzione che sembra essere molto gradita a Palazzo di Città e accettata per voto di obbedienza e senza discutere dai due sacerdoti che prenderanno possesso dei nuovi incarichi a settembre. Chi, invece, sembra non essere d’accordo, è qualche parrocchiano. Alcuni hanno annunciato una raccolta firme, altri, come l’ex sottosegretario ai trasporti dell’ultimo governo Berlusconi, Mino Giachino, che a Maria Regina della Pace si reca alla messa domenicale, lanciano una stilettata al sindaco: «Ora Lo Russo vuole fare anche il vescovo».

L'EX SOTTOSEGRETARIO MINO GIACHINO, PARROCCHIANO DI MARIA REGINA DELLA PACE

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