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I percorsi dei corrieri

A Torino la droga viaggia in autostrada e fa sosta all'autogrill

In Tangenziale continui blitz e maxi sequestri di Guardia di Finanza, carabinieri e polizia

Il blitz

Uno dei blitz della polizia

L’autostrada della droga è lunga non più di una ventina di chilometri. In auto la si percorre in dieci minuti a velocità moderata. Da Santena fino allo svincolo per il Frejus, passando per il Sito di Orbassano. Un tratto della tangenziale ai lati del quale ci sono aree di sosta, di servizio, parcheggi. E’ qui che avvengono gli scambi di grossi quantitativi di droga, quella che viene dal Sud e, via Francia, da Marocco e Spagna. La scelta di Torino e delle direttrici autostradali che la circondano da parte delle organizzazioni criminali, sottolinea la posizione strategica della città, dove ogni anno transitano milioni di autoarticolati che trasportano merci in tutta l’Europa. Cominciarono i “catanesi” a cavallo tra gli anni 78 e 80, ora è la volta della ‘ndrangheta, ma anche dei gruppi mafiosi nigeriani e del “dragone” cinese.

I percorsi
I percorsi più sicuri, quelli dove Tir, auto e furgoni subiscono meno controlli, sono quelli dell’autostrada litoranea dell’Adriatico fino a Bologna e poi verso Torino; quello della costiera ligure che poi si biforca per il capoluogo piemontese a Savona e dopo, prima di Genova. Percorsi ormai noti alle forze dell’ordine, specie dopo i sequestri di quintali di stupefacente di tutti i generi avvenuti negli ultimi tre mesi, appunto, in quel breve tratto di tangenziale. Impegnati nel contrasto del traffico, tutte le forze di polizia, questura, carabinieri e Guardia di Finanza. Ciascuna, infatti, ha messo a segno sequestri significativi. Sull’ Interporto Sito di Orbassano, sembrano intrecciarsi almeno tre indagini diverse che riguardano il traffico della morte.

Il maxi blitz
Da ricordare, l’ultima grande operazione di antidroga avvenuta nel mese di marzo dello scorso anno. In quell’occasione gli agenti della sezione narcotici della squadra mobile erano riusciti a intercettare un traffico internazionale di hashish e a bloccare un carico record, pari a 1,7 tonnellate. Gli agenti avevano avuto notizia del probabile arrivo al Sito Interporto «di un ingente quantitativo di hashish - era stato spiegato dalla questura - proveniente dalla Spagna e così avevamo intensificato i controlli». Un marocchino già noto per reati specifici, era stato notato mentre si aggirava in modo sospetto all’interno dell’area nel parcheggio davanti al distributore di carburanti. Lo straniero era stato pedinato ed era stato visto allontanarsi a bordo di un furgone a nolo. Senza che lui se ne accorgesse, era stato seguito lungo la Tangenziale e poi in corso Regina Margherita. Infine i poliziotti avevano bloccato il mezzo all’incrocio con corso Tassoni. «La perquisizione del furgone - ricordano gli investigatori - aveva consentito di scoprire una pedana che conteneva numerosi sacchi di pellet provenienti da Malaga, al cui interno erano stati nascosti i panetti di droga». In quell’occasione, utile per le indagini, una bolla di consegna commerciale: «Gli accertamenti eseguiti sul mittente e sul destinatario della pedana e segnalati sulla bolla di accompagnamento della merce, avevano consentito di appurare che analoghi colli erano stati recentemente stoccati in alcuni magazzini sparsi sul territorio piemontese».

Posizione strategica
Da allora i sequestri si sono succeduti uno dopo l’altro e, nonostante ciò, i narcotrafficanti non hanno mai mutato abitudini e percorsi. La città di Torino, infatti, spiegano gli investigatori, «è collocata in una posizione strategica per la distribuzione successiva degli stupefacenti. Dal capoluogo piemontese, infatti, si raggiungono rapidamente e facilmente le piazze dello spaccio del Sud Europa (Milano compresa). Insomma, i punti di distribuzione del continente sembrano essere due: Amsterdam per il Nord, Torino per il Sud».

Coca e soppressata
I sequestri degli ultimi mesi ne sono la conferma, a cominciare dagli 85 chili di cocaina, valore 8 milioni di euro, intercettati dalla Guardia di Finanza la scorsa settimana, prima di Torino, dove un Tir di surgelati era atteso, ma che è stato bloccato, sempre dalle Fiamme Gialle, nei pressi di Bologna perché, consapevole d’essere intercettato, l’autista calabrese avrebbe potuto disfarsi della droga. Doveva raggiungere il Sito di Orbassano dove era atteso dai compratori per la divisione della merce destinata alla Lombardia. La cocaina era nascosta tra prosciutti, salami e soppressate. Solo la settimana prima, invece, altri chili di droga, questa volta marijuana, erano stati sequestrati dai carabinieri che hanno anche arrestato cinque persone.

Sequestri e arresti
Di settimana in settimana, risalendo a ritroso, si contano, fino a inizio anno, una ventina di altre operazioni, sempre tra Santena e lo svincolo del Frejus, dove sono state sequestrate quantità rilevanti di ogni genere di stupefacente: oltre cinque quintali, tra hashish e marjiuana, fiumi di cocaina per più di 200 chili. Non particolarmente alto il numero degli arresti, 27, considerando il fatto che i corrieri viaggiano da soli su Tir e furgoni ed è particolarmente complesso intervenire nel momento in cui la droga viene distribuita: «A volte un mezzo di trasporto giunge sulla tangenziale nel pomeriggio, accosta in un’area dove si ferma durante la notte - aggiungono gli investigatori -. Poi cambia parcheggio, anche due o tre volte nell’arco delle 24 ore successive. Altre volte si consegna la merce (quella regolare) prima di trasferire la droga, altre volte si segue la procedura inversa». Un altro escamotage è quello, invece, del «cambio autista», che avviene prima di Torino, specie per i cariche che giungono dal Sud. Il secondo conducente, incensurato, è all’oscuro di ciò che il mezzo trasporta e in caso di fermo, se la cava con poco.

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