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La curiosità

Da Maradona a Totò Riina: ecco perché i trafficanti "marchiano" i panetti di droga

Spuntano simboli e immagini curiose fra i sequestri di carabinieri e polizia a Torino

Droga messina denaro e totò riina

Le foto di Matteo Messina Denaro e Totò Riina sui panetti di droga

Gli ultimi marchi, a Torino, rimandano a uno dei cartoni animati più famosi del mondo: su quei 30 chili di hashish, sequestrati in via Porpora, c’era l’immagine di Bart Simpson intento a fumare uno spinello. Solo qualche giorno prima la sezione investigativa del commissariato Barriera di Milano aveva recuperato cinque chili di “droga del Calippo”. Cioè lo storico ghiacciolo cilindrico dell’Algida che, negli Anni ‘80, venne lanciato con uno spot e un indimenticabile slogan: “Prima un brivido giù...poi un brivido su”.

Sono solo due esempi di simboli utilizzati per distinguere le partite di droga, i più recenti scovati a Torino da polizia e carabinieri. Ma non ci sono limiti alla fantasia dei trafficanti di droga che, per identificare i diversi carichi, “marchiano” i panetti di stupefacente con immagini di varia natura. Hanno usato i simboli delle squadre di calcio e quelli dell’alta moda. Ma anche le locandine di film più o meno celebri. Poi i marchi di Ferrari e Porsche, le foto dei boss mafiosi Matteo Messina Denaro e Totò Riina, pure quella di Diego Armando Maradona.

La domanda è: perché i trafficanti di droga usano questi simboli per distinguere le varie partite? E cosa significano, nello specifico?
E’ difficile dare una risposta precisa. Solitamente queste etichette sugli stupefacenti sono come un marchio che permette di identificare una partita dall’altra. E il soggetto ne indica la qualità. Se i loghi rappresentano prodotti costosi e aziende del lusso, significa che la droga è particolarmente pura. E quindi di maggiore qualità e più costosa rispetto a quella di altri carichi.

In sostanza, la “marchiatura” dei panetti di droga non viene fatta per un mero esercizio artistico: secondo gli investigatori, sarebbe legato alla volontà di rendere immediatamente evidente il grado di qualità della droga. Ma c’è anche un’altra ipotesi, sempre di stampo commerciale: mettere, come etichetta, il volto corrucciato di Totò Riina o l’espressione sfrontata di Messina Denaro avrebbe un significato ulteriore. Due boss, un’unica icona. Chi aveva ideato quel tipo di packaging, evidentemente, pensava di mettere insieme la spinta commerciale del brand criminale (la mafia) e il valore simbolico dei due “testimonial” con annesso richiamo alle loro virtù fuorilegge. Ma il richiamo al marketing può valere anche per altri loghi celebri, dalla Nutella al Rolex.

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