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LA DENUNCIA

I migranti feriti nell'incidente di Fiano Romano portati a Torino con fratture e ferite sanguinanti

«Non hanno ricevuto cure adeguate, solo un primissimo soccorso» accusa la Croce Rossa Italiana. E intanto il centro di accoglienza di via Traves ospita il doppio degli ospiti previsti. Almeno 1.500 rifugiati e richiedenti asilo ospitati dal metà luglio

I migranti feriti nell'incidente di Fiano Romano portati a Torino senza ricevere cure

L'autobus che si è schiantato, nella notte tra giovedì e venerdì, nei pressi di Fiano Romano

Sono passati da 230 ad almeno 305 i migranti accolti dalla Croce Rossa in via Traves dopo il tragico incidente che, nella notte tra giovedì e venerdì a Fiano Romano, ha causato la morte dei due autisti dell'autobus e il ferimento di metà dei passeggeri in viaggio verso Torino da Porto Empedocle. Undici tra loro, infatti, insieme con un altra trentina di richiedenti asilo sono stati accompagnati in Piemonte «senza aver ricevuto cure adeguate, solo un primissimo soccorso» come ha denunciato a Palazzo Civico il presidente del Comitato di Torino della Croce Rossa Italiana per l'accoglienza dei rifugiati, Giuseppe Vernero, ricevuto in audizione dalla Commissione speciale per il Contrasto ai fenomeni di intolleranza e del razzismo del Comune di Torino.

«La vicenda è emersa sabato e credo meriti una riflessione» ha detto Vernero, spiegando che al centro in via Traves sono state accolte persone «con fratture non trattate o ferite non suturate dopo l'incidente, ma solo medicate e con un bendaggio». Delle 43 persone arrivate a Torino, 11 sono quindi state portate in ospedale, al Maria Vittoria e al San Giovanni Bosco e una è ancora ricoverata mentre gli altri sono stati dimessi. Sull'episodio la capogruppo di Sinistra Ecologista, Alice Ravinale, ha annunciato l'intenzione del suo partito di presentare un'interrogazione parlamentare. Quanto alla situazione generale del centro in via Traves, Vernero ha ricordato che «dall'11 luglio sono stati accolti oltre 1.500 migranti provenienti da luoghi di sbarco, 305 quelli presenti oggi, di cui 25 minori e tre donne».

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