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LA STORIA
29 Dicembre 2023 - 15:30
Gaia è una sex-worker. Anche se lei precisa che l’appellativo escort non la infastidisce. Le danno più fastidio i toni e le intenzioni con cui le si rivolgono, rispetto a dei semplici termini. “Capisco sia il periodo del politically correct, in fondo gli uomini cercano le professioni come la mia anche grazie al momento frustrante che questa società sta vivendo”. E Gaia in questi giorni di festa lavora il doppio del solito. Fa gli “straordinari”, come lei stessa ironizza.
La sua voce al telefono è accattivante, vivace, allegra. Concede il permesso di utilizzare il suo nome di battesimo, in quanto sui siti di incontri dove è iscritta utilizza uno pseudonimo diverso. Gaia racconta che questo lavoro se l’è scelto. Nel periodo della pandemia da Covid-19 ha perso il suo lavoro e si è trovata senza un soldo. “Inizialmente ho cominciato con le chat ma mi annoiavano. Ho provato ad aprire un OnlyFans, vendevo solo foto dei miei piedi, non volevo che mi si riconoscesse. E pensavo fosse un periodo di transizione, insomma che poi sarei tornata a svolgere il mio lavoro dietro a una scrivania. Invece mi ci ritrovo sotto!” Ironizza. “OnlyFans mi ha permesso di fare poche centinaia di euro in un mese: non è vero che ci si guadagnava tanto, bisognava partire da una base di contatti.
Così ho cominciato a lavorare nei locali, ho girato diversi nightclub. Quelli dove gli uomini pagano per bere insieme ad una donna. Non facevo nulla se non bere e magari qualche spogliarello, ma non mi toccavano giuro. Sono molti di più i locali dove non accade nulla rispetto a quelli dove si consuma un vero rapporto. Tiravo su tra i 70 e i 100 euro puliti a notte. Quando vai a lavorare in quei posti ti danno un posto letto insieme ad altre ragazze che condividono lavoro e appartamento. Però era davvero caotico. Inoltre le giornate le passavi a letto a intrattenere chiacchierate coi clienti per farli tornare al locale. E la sera erano tante le ore ad aspettare che ti scegliessero quelli giusti, quelli che spendono. Allora ho deciso di cambiare strategia. Da sei mesi sono iscritta sulle piattaforme di donne che cercano uomini, siti di escort ed alcune chat dedicate. La prima volta ero addirittura emozionata”.
Gaia ha una media di due clienti al giorno. “Ma nelle feste sto lavorando il doppio, anche di più. Uomini soli e uomini sposati. Per i primi, le feste sono un periodo vuoto e monotono, spesso triste. Gli sposati mi raccontano di sentirsi sempre meno compresi dalle loro mogli; magari troppo impegnate nei preparativi di cenoni ed eventi per ritagliare del tempo per loro. Incredibile come questo lavoro mi abbia mostrato dinamiche della vita coniugale che non avrei mai conosciuto. Gli uomini non vanno a donne a pagamento per il sesso, è più la necessità di sentirsi ascoltati, compresi ed accolti”. E le donne? “Posso essere sincera? Le donne sono il problema delle donne. Vedo manifestazioni ogni settimana in nome del femminismo, eppure quando parlano di chi sceglie di far un lavoro come il mio, anti convenzionale ma libero, ancora mi sento etichettare come ‘’troia’. Non è un po’ ipocrita?” La domanda sorge spontanea tra una chiacchiera e un’altra. “Quanto guadagno al mese? Dipende. Da quanto tempo dedico al lavoro e quanto spendo per esso. Estetista, appartamenti che affitto a periodi, vestiti e oggetti di ‘scena’. Puliti mi restano tra i 9000 e i 15000 dipende. Sono tanti per una donna che non ha vizi come me: io sono il vizio degli altri”.
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