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Il progetto

Valorizzare gli scarti: Nestlé e le Università italiane insieme per una filiera più sostenibile

Collaborazione per un futuro migliore: il percorso del progetto 'Live-Haze'

Valorizzare gli scarti: Nestlé e le Università italiane insieme per una filiera più sostenibile

Nestlé Italia si pone all'avanguardia della sostenibilità alimentare con il lancio del progetto "Live-Haze", in collaborazione con diverse prestigiose università italiane. Finanziato tramite fondi PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale) del Ministero dell’Università e della Ricerca, l'iniziativa mira a rivoluzionare la gestione degli scarti agroindustriali, con particolare attenzione alla filiera della nocciola.

L'iniziativa "Live-Haze" si concentra sulla riduzione e valorizzazione degli scarti agroindustriali, trasformandoli in risorse utili per l'industria alimentare. Il Gruppo Nestlé, da sempre impegnato nella ricerca di soluzioni sostenibili, vede in questo progetto un'opportunità per accelerare la transizione verso un sistema alimentare rigenerativo.

Il progetto si sviluppa attraverso diverse fasi di ricerca e sperimentazione. Partendo dall'analisi delle cuticole di nocciola e dalla creazione di estratti green di polifenoli, si passa poi alle prove in vivo. Gli effetti sull'ossidazione, sul microbiota e sulle prestazioni degli animali vengono attentamente studiati, insieme all'analisi dei derivati, come la carne e il latte.

Nestlé si impegna attivamente per ridurre gli sprechi e migliorare l'efficienza della propria produzione. Attraverso il progetto "Live-Haze", l'azienda mette a disposizione gli scarti di produzione delle nocciole del suo stabilimento Perugina di San Sisto (PG), dimostrando un forte impegno verso la sostenibilità ambientale e la circolarità della filiera.

L'iniziativa è il risultato di una collaborazione tra Nestlé e cinque prestigiose università italiane: Università di Torino, Università di Catania, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Perugia e Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Questa sinergia tra ricerca accademica e industria è fondamentale per accelerare lo sviluppo di nuove pratiche e tecnologie sostenibili.

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