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La tassa di soggiorno in Italia: una spesa sottovalutata che incide sul costo delle vacanze

Roma, Firenze e Venezia le città più care, Torino si colloca al sesto posto

Immagine di repertorio

L’Italia, con le sue città d’arte, i paesaggi mozzafiato e la cucina ineguagliabile, attrae milioni di turisti ogni anno. Tuttavia, una spesa spesso trascurata ma significativa per i viaggiatori è la tassa di soggiorno. Questa imposta locale, introdotta nel 2011, è destinata a finanziare il turismo, la manutenzione dei beni culturali e ambientali, e i servizi pubblici locali.

La tassa di soggiorno varia da comune a comune. Alcuni applicano una quota fissa per tipo di struttura, altri la basano sul costo della camera, e alcuni adottano una tariffa unica. Inoltre, recentemente è stata introdotta la possibilità di aumentare la tassa fino a un massimo di 10 euro. Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Tassa di Soggiorno, nel 2023 questa imposta ha generato 702 milioni di euro, con un aumento del 9,5% rispetto al 2022. Si stima che supererà gli 800 milioni di euro nel 2024. Questi numeri riflettono l’importanza economica della tassa per le casse comunali.

Roma, Firenze e Venezia sono tra le città con la tassa di soggiorno più alta. Se a Torino la tassa di soggiorno per gli hotel a 5 stelle si aggira intorno ai 5 euro, a Roma, per esempio, chi soggiorna in una struttura a 5 stelle paga 10 euro a notte, con una media di 5,50 euro (dai 3 ai 7 euro al giorno) rispetto ai 3,70 euro del 2023. Tuttavia, nel 2025, in occasione dell’anno del Giubileo, la tassa di soggiorno negli hotel a cinque stelle potrà aumentare fino a 12 euro per persona a notte. A Firenze il comune ha recentemente aumentato la tassa di soggiorno a 8 euro a notte mentre a Venezia, oltre alla cifra attuale, che può arrivare fino a 5 euro, dal 25 aprile verrà introdotto anche un contributo fisso di 5 euro per i visitatori giornalieri. Per quanto riguarda Milano, invece, c’è stato un leggero aumento per gli alberghi a 3 e 4 stelle, che ora richiedono 4,50 euro rispetto ai 4 euro dell’anno scorso.

I dati Istat indicano che i viaggi degli italiani sono rimasti stabili rispetto al 2022, ma ancora inferiori del 27% ai livelli pre-pandemia. Viaggiare è diventato più costoso, con aumenti significativi nei prezzi di alberghi, pacchetti vacanza e voli nazionali. A questi si aggiungono rincari su ristoranti, trasporti e attrazioni turistiche, e la tassa di soggiorno.

In conclusione, la tassa di soggiorno rappresenta una fonte di reddito cruciale per i comuni italiani, ma allo stesso tempo contribuisce all’aumento del costo delle vacanze. È un equilibrio delicato tra finanziare il mantenimento delle bellezze italiane e rendere le vacanze accessibili a tutti. Per i viaggiatori, è importante considerare questa tassa nel budget di viaggio per evitare sorprese sgradite.

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