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Istruzione

L'insegnamento del latino alle medie e della Bibbia alle elementari: la decisione del Ministero dell'Istruzione

Tutte le nuove linee guida per l'anno scolastico 2026-27

L'insegnamento del latino alle medie e della Bibbia alle elementari: la decisione del Ministero dell'Istruzione

Il Ministero dell'Istruzione ha reso pubbliche le nuove linee guida nazionali per l'anno 2026-27 dedicate al primo ciclo d'istruzione, nelle quali è stata confermata l’introduzione del latino. Il documento menziona il progetto denominato "Latino per l’educazione linguistica" (LEL), con l'obiettivo di facilitare l'accesso a un ampio patrimonio culturale, permettendo agli studenti di riconoscere principalmente la connessione tra passato e presente.

In tale ottica, il latino, negli ultimi due anni della scuola secondaria di primo grado, dovrà essere proposto non solo come una lingua antica, ma anche come un ponte tra le culture europee, un retaggio comune che ha profondamente influenzato la civiltà occidentale.

Uno degli scopi fondamentali del progetto LEL è quello di rendere gli studenti consapevoli del legame storico tra il latino e l'italiano, sottolineando come "la conoscenza della lingua latina aiuti a migliorare la padronanza dell’italiano". Lo studio del latino consentirà di arricchire il lessico nelle diverse forme linguistiche, comprendere meglio il significato e l’evoluzione delle parole e migliorare la conoscenza della grammatica e della sintassi della lingua italiana.

Tra le altre novità, si legge un cambiamento nell’insegnamento della Storia, nella scuola primaria: si partirà dalle "radici della cultura occidentale", includendo testi come la Bibbia, l’Iliade, l’Odissea e l’Eneide in forma semplificata.

Il documento, composto da 154 pagine, propone anche un rafforzamento dell’insegnamento delle nuove tecnologie, incluse le discipline STEM e l’uso dell’intelligenza artificiale nell’apprendimento della lingua e letteratura italiana. Prima dell’approvazione definitiva, le nuove linee guida saranno oggetto di una consultazione pubblica con associazioni di docenti, genitori e studenti. L’obiettivo è aggiornare i programmi scolastici, che non subiscono modifiche dal 2012, per adeguarli alle esigenze educative moderne.

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