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Versace volta pagina: Donatella lascia la direzione creativa, Dario Vitale prende il timone

«Versace è nel mio DNA e sempre nel mio cuore». Dopo 30 anni, il futuro della maison è nelle mani dell’ex Miu Miu, mentre si vocifera di un’alleanza con Prada

Versace volta pagina: Donatella lascia la direzione creativa, Dario Vitale prende il timone

Donatella Versace e Dario Vitale (fonte: Instagram/ Versace)

La notizia è ufficiale: Donatella Versace lascia il ruolo di Direttore Creativo della maison che porta il suo nome, chiudendo un capitolo fondamentale nella storia della moda. Dopo quasi trent'anni alla guida del brand, la stilista assume il ruolo di Chief Brand Ambassador, continuando a rappresentare l'identità e i valori della casa di moda, con un focus sulle iniziative filantropiche della Versace Foundation. Dario Vitale, ex Miu Miu, sarà il nuovo volto creativo di Versace, un designer capace di coniugare tradizione e innovazione. La sua nomina apre un nuovo corso per Versace, tra rispetto della legacy e rinnovamento stilistico.

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Donatella Versace ha assunto la guida creativa della maison nel 1997, in seguito all'assassinio del fratello Gianni Versace, fondatore del brand. Nonostante la sua formazione accademica non fosse strettamente legata alla moda, avendo studiato lingue all'Università di Firenze, Donatella ha saputo imprimere il suo marchio distintivo nel mondo del fashion. La sua visione ha portato Versace a nuove vette, trasformandolo in un simbolo di eccellenza italiana riconosciuto a livello globale.

A raccogliere la sua eredità sarà Dario Vitale, designer italiano nato nel 1983. Dopo essersi laureato all'Istituto Marangoni nel 2006, ha iniziato la sua carriera presso Bottega Veneta per poi approdare in Miu Miu nel 2010. Qui ha lavorato per 14 anni, diventando direttore del design per il ready-to-wear e direttore dell'immagine del brand. Sotto la sua guida, Miu Miu ha registrato una crescita significativa, con un incremento delle vendite al dettaglio del 93% nel 2024, portando il marchio a raggiungere quasi un miliardo di sterline di fatturato. La sua capacità di fondere tradizione e modernità lo ha reso uno dei nomi più interessanti del panorama attuale.

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Miu Miu, fondata nel 1993 da Miuccia Prada e battezzata con il suo soprannome d'infanzia, si è affermata come un marchio capace di anticipare e lanciare tendenze. Le sue creazioni, spesso audaci e irriverenti, hanno lasciato un segno nella moda contemporanea, come dimostrano la celebre micro gonna e le iconiche ballerine di raso. Il brand ha inoltre consolidato la propria influenza culturale attraverso collaborazioni con registi di spicco e iniziative letterarie, sfruttando al meglio la sua posizione strategica nell'ultimo giorno della Paris Fashion Week per massimizzare l'impatto mediatico.

Nonostante il passaggio di testimone, Donatella Versace non si allontanerà completamente dalla maison. Nel suo nuovo ruolo di Chief Brand Ambassador, continuerà a rappresentare il marchio nel mondo, con un focus sulle iniziative filantropiche della Versace Foundation e sulle strategie di immagine. "Versace è nel mio DNA e sempre nel mio cuore", ha scritto su un post Instagram sottolineando il suo impegno nel preservare l'eredità del fratello Gianni.

Sui social, l'addio di Donatella Versace alla direzione creativa della maison ha scatenato una pioggia di commenti carichi di affetto e ammirazione. Su Instagram, i fan e le personalità del settore hanno reso omaggio al suo straordinario contributo alla moda, celebrandola come un'icona senza tempo. Molti hanno sottolineato l'eredità che ha lasciato, riconoscendole il merito di aver portato avanti con successo la visione del fratello Gianni e di aver reso Versace un simbolo di lusso e innovazione. Tra i messaggi, c'è chi la definisce una "leggenda" e chi la ringrazia per aver ispirato generazioni di designer. Altri, invece, ribadiscono che il suo legame con il brand resterà indissolubile, a prescindere dal cambio di direzione.

 

Nel frattempo, le voci su una possibile acquisizione di Versace da parte di Prada si fanno sempre più insistenti. Se così fosse, assisteremmo a una delle mosse più strategiche della moda contemporanea, capace di ridefinire i confini tra due dei marchi italiani più iconici.

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