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Papa Francesco
20 Aprile 2025 - 13:15
Pasqua 2025: una benedizione che travalica i confini fisici, quella di Papa Francesco che, nonostante le sue condizioni di salute, non ha voluto mancare al tradizionale Urbi et Orbi. La piazza di San Pietro, gremita di 35mila fedeli, ha accolto il Papa con un applauso commosso, mentre dalla Loggia delle Benedizioni ha impartito la sua benedizione al mondo intero. Un momento simbolico che ha reso tangibile la sua presenza, anche in assenza di una messa presieduta personalmente, dopo il lungo periodo di convalescenza.
Nonostante la messa di Pasqua, celebrata dal cardinale Angelo Comastri in Piazza San Pietro, fosse priva della sua guida diretta, il Papa non ha voluto mancare al rito che da secoli accompagna la Domenica di Pasqua. Non più in grado di essere presente fisicamente durante la celebrazione eucaristica, Francesco ha comunque voluto che il suo messaggio giungesse forte e chiaro al mondo. Affacciato dalla Loggia delle Benedizioni, con la sua immancabile sedia a rotelle, ha detto: "Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua", suscitando un'ovazione di fedele affetto.
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La benedizione Urbi et Orbi, letta da mons. Diego Ravelli, ha fatto eco alle parole di speranza e pace del Papa. Il Pontefice ha lasciato che il suo messaggio parlasse al cuore di tutti, ricordando che, nonostante il dolore e le divisioni del mondo, la Pasqua è segno di vita e risurrezione. Un messaggio che, in modo particolare, ha toccato le ferite più profonde della società: le violenze domestiche, la sofferenza dei migranti e la crisi dei più vulnerabili.
Il cuore del messaggio del Papa è stato, come sempre, la speranza. Francesco ha chiesto al mondo di tornare a sperare, di ricostruire la fiducia nell’altro, anche in coloro che provengono da terre lontane o che parlano lingue e vivono culture differenti. È un invito forte, un monito a non chiudersi nelle proprie certezze e a guardare il prossimo con occhi di misericordia. “Ogni vita è preziosa", ha ricordato il Papa, sottolineando che “la violenza contro le donne, i bambini e i migranti deve finire”.
Anche la Terra Santa è stata nel cuore del Papa. In un mondo che sembra sempre più in balia della violenza, Francesco ha lanciato un appello diretto alla fine dei conflitti. “Pace in Terra Santa”, ha chiesto, rivolgendosi ai protagonisti del conflitto in corso a Gaza. La sua voce si è levata contro l’antisemitismo crescente e la violenza che martoria i più deboli. “Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo”, ha dichiarato, riferendosi al pericolo di una corsa generale al riarmo, che sta minacciando la stabilità globale.
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Nel corso della messa, l’omelia letta dal cardinale Comastri ha riportato le parole scritte da Papa Francesco. “Cristo è risorto, è vivo!” ha proclamato il Pontefice. Il Papa ha esortato tutti a non fermarsi alla rappresentazione di un Cristo distante, ma a cercarlo “nel volto dei fratelli, nel quotidiano, ovunque tranne che in quel sepolcro”.
Infine, la guerra in Ucraina non è stata dimenticata. Il Papa ha pregato per la pace in quella terra martoriata, facendo appello agli attori coinvolti nel conflitto per portare avanti gli sforzi verso una pace giusta e duratura. “Cristo Risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina", ha detto, senza però fare riferimento alla tregua annunciata da Putin.
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