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Economia & Borse
28 Aprile 2025 - 08:00
Negli ultimi giorni, sui mercati finanziari si è finalmente respirata un’aria più leggera. Dopo settimane di alta tensione, sembra che alcuni inaspettati dietrofront politici abbiano ridato fiato agli investitori. In prima fila tra i protagonisti di questo cambiamento c'è, sorprendentemente, il presidente Trump.
Fino a poco tempo fa, il maxi-pacchetto di dazi del 145% contro la Cina sembrava un pilastro incrollabile della sua politica commerciale. Eppure, con una rapidità che sfida ogni previsione, Trump ha ritrattato, definendo quei dazi “eccessivi” dopo averli appena celebrati come necessari per “riequilibrare il commercio globale”. Una flessibilità narrativa che possiamo tranquillamente definire "coerenza a geometria variabile".
Da Pechino, la risposta non si è fatta attendere, con la consueta abilità diplomatica: “Le porte del dialogo sono sempre aperte”. In altre parole: siamo pronti a trattare, se anche voi lo siete. L’effetto sui mercati è stato immediato: gli indici azionari hanno segnato rimbalzi significativi, e la tensione globale si è allentata, almeno per ora.
Non è stato l’unico colpo di scena. Il presidente americano ha anche rinunciato, almeno temporaneamente, all'idea di silurare Jerome Powell, il presidente della Federal Reserve, una mossa che sembrava ormai imminente. Questo ripensamento ha rassicurato i mercati, che vedono nella Fed un’ancora di stabilità sempre più necessaria, in un contesto politico spesso imprevedibile.
Anche dall’altra parte dell’Atlantico sono arrivate buone notizie. La Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto. Un intervento modesto, ma carico di significato: un segnale che il supporto alla ripresa economica europea è ancora una priorità. Christine Lagarde ha ribadito che il percorso verso la normalizzazione sarà graduale, ma costante, e anche questo messaggio ha contribuito a rassicurare gli investitori.
Sul fronte più “burocratico”, intanto, Elon Musk ha scelto di ridurre il suo coinvolgimento nel Department of Government Efficiency (DOGE), l’ente trumpiano creato per snellire la macchina federale. Dopo un periodo complicato per Tesla, Musk ha deciso di concentrarsi maggiormente sulle sue imprese. Il DOGE, dal canto suo, proclama di aver già generato enormi risparmi per le casse statali, ma quanto ci sia di concreto e quanto di marketing lo si capirà con il tempo.
In sintesi, queste settimane hanno regalato una pausa tanto inattesa quanto gradita: meno tensioni, politiche monetarie più accomodanti e qualche marcia indietro strategica hanno concesso agli operatori di tirare il fiato. Il cielo sopra i mercati non è ancora limpido, ma per ora ha smesso di piovere.
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