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Il caso
30 Settembre 2025 - 17:40
Nel 2019 il mondo sembrava sull’orlo di una svolta storica. I Fridays for Future riempivano le piazze con folle oceaniche, Greta Thunberg scuoteva l’ONU con le sue parole, e ogni idea che avesse un’aura di sostenibilità veniva etichettata come il futuro. L’imperativo era uno soltanto: salvare l’ambiente. In quel clima di entusiasmo green, Beyond Meat ha fatto il suo ingresso trionfale a Wall Street. Fondata nel 2009 a El Segundo, in California, da Ethan Brown, Beyond Meat non era una semplice azienda alimentare: era il simbolo di una nuova era, capace di trasformare piselli e soia in hamburger che sapevano di carne, che “sanguinavano” come carne, che seducevano persino i carnivori più irriducibili. Dietro quell’effetto sorprendente c’era una formula studiata in laboratorio: proteine di pisello, fagioli mung e riso per ricreare la componente proteica, oli vegetali come cocco e colza per dare succosità, succo di barbabietola per imitare il sangue e amidi di patata per ottenere la consistenza tipica della carne bovina.
Il debutto in borsa è stato epico: il valore delle azioni è raddoppiato in poche ore, segnando uno degli ingressi a Wall Street più esplosivi degli ultimi vent’anni. Poi è arrivato il Covid, e la "festa" è entrata nel vivo. Lockdown, interruzioni della filiera, timori per le forniture alimentari: la catena tradizionale della carne ha iniziato a scricchiolare. Beyond Meat ha cavalcato l’onda: l'interesse è aumentato grazie alla domanda di prodotti “sicuri”, surgelati e adattabili, e il successo mainstream è arrivato grazie anche alle celebrità. Leonardo DiCaprio è stato tra i primi investitori e sponsor pubblici. Snoop Dogg ha guidato un food truck Beyond Meat in giro per Los Angeles, promuovendo i burger vegani nelle strade.
In quegli stessi anni l’eco del fenomeno arrivò anche in Europa: Beyond Meat è sbarcato in Italia nel 2019, inizialmente nei ristoranti e nelle catene di fast food, per poi approdare anche nei supermercati con la distribuzione retail. Un debutto che suscitò grande curiosità e fece parlare di “rivoluzione alimentare” anche nel nostro Paese.
Il rapper americano Snoop Dogg (Fonte Instagram)
E poi? Il tocco magico di Wall Street. Nei mesi di pandemia le azioni di aziende come Beyond Meat hanno ricevuto una "spintarella": tassi quasi a zero, pacchetti di stimolo e incentivi pubblici hanno permesso a molte imprese di restare a galla — anche quelle con fondamentali deboli. Il rialzo in borsa è stato in gran parte alimentato dall’ambiente finanziario più che dalle performance reali.
E le bolle, si sa, sono fatte per esplodere. Una volta che la pandemia si è placata e le politiche monetarie si sono ristrette, i consumatori hanno iniziato a puntare il dito contro prezzi ancora poco competitivi. Basti pensare che un chilo di carne Beyond Meat negli Stati Uniti costa tra i 26 e i 35 dollari, mentre un chilo di carne bovina macinata si aggira tra i 9 e i 13 dollari.
Con i debiti che crescono e un titolo in borsa in caduta libera dal luglio 2021, Beyond Meat sta provando a guadagnare tempo. Nelle ultime ore ha proposto ai possessori delle sue obbligazioni con scadenza 2027 di scambiarle con nuovi titoli, i cosiddetti PIK notes al 7% con scadenza 2030. In pratica, invece di pagare subito gli interessi in contanti, l’azienda può emetterli sotto forma di nuovo debito. A questa operazione si aggiunge l’emissione di circa 326 milioni di nuove azioni, una diluizione enorme che riduce il valore delle quote degli azionisti esistenti. Per gli investitori significa due cose:
1. Chi possiede già azioni vede il proprio investimento svalutarsi, perché con più titoli in circolazione il valore di ciascuno si assottiglia.
2. Il mercato interpreta la mossa come segnale di debolezza strutturale: se un’azienda non riesce a pagare i debiti con i flussi di cassa, ma deve allungare le scadenze e stampare nuove azioni, vuol dire che la fiducia nei suoi fondamentali vacilla.
È una tipica manovra da “sopravvivenza”, che può dare respiro nel breve periodo ma che mette in chiaro quanto la strada resti rischiosa.
In questo quadro si inserisce anche la politica. Con Donald Trump tornato alla Casa Bianca e deciso a smantellare molte delle politiche verdi del passato, il vento non soffia più a favore della carne vegetale. Il nuovo presidente ha rilanciato la “vera carne americana” come simbolo identitario e non ha perso occasione per ridicolizzare burger e bistecche vegane come “cibo da élite liberal di Hollywood”.
(Donald Trump mangia Mcdonald's sul suo aereo privato insieme a suo figlio, Elon Musk e Robert F. Kennedy Jr.
A peggiorare la situazione c’è lo spettro del Chapter 11, la procedura di bancarotta controllata negli Stati Uniti. Si tratta di uno strumento che consente alle aziende in difficoltà di continuare a operare mentre riorganizzano i debiti sotto la supervisione di un tribunale. Non significa “chiudere i battenti” dall’oggi al domani, ma sospendere temporaneamente i pagamenti, negoziare con i creditori e provare a scrivere un piano di rilancio.
Nel caso di Beyond Meat, la notizia di un possibile fallimento ha fatto rapidamente il giro dei forum e dei social. L’azienda ha smentito con forza: “Non abbiamo depositato alcuna richiesta di fallimento e non intendiamo farlo”. Ma il fatto stesso che se ne parli rivela quanto sia fragile la fiducia degli investitori. Un titolo che nel 2019 era arrivato a 240 dollari oggi oscilla intorno a 1,80 dollari per azione.
Forse gli hamburger vegetali avranno ancora un futuro: tutto dipenderà dalla capacità di reinventarsi e convincere un pubblico che oggi li guarda con meno entusiasmo rispetto al passato. La partita non si gioca più solo a Wall Street, né nelle dichiarazioni delle celebrity, ma davanti agli scaffali del supermercato e nei piatti delle famiglie.
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