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IL SONDAGGIO DI TORINOCRONACA
05 Settembre 2024 - 06:00
I leader del "Campo Largo"
A metà degli anni Duemila, Mino Martinazzoli ripeteva che in Italia la «politica è sempre stata politica delle alleanze». Questa affermazione, che potrebbe sembrare ovvia in un contesto democratico, racchiude in sé una profonda verità che trascende i semplici meccanismi elettorali. La costruzione delle alleanze non è solo un’opzione strategica, ma un elemento essenziale per conservare e per garantire la credibilità delle istituzioni. L’esempio storico che meglio incarna questo principio è quello di Alcide De Gasperi. Nel 1948, nonostante il trionfo elettorale della Democrazia Cristiana, De Gasperi scelse di non formare un governo monocolore. Al contrario, cercò e riuscì a costruire un’alleanza con altri partiti centristi e laici. Questa decisione, non solo garantì stabilità al governo, ma contribuì anche a rafforzare il tessuto democratico del Paese. La destra italiana e il centro che guarda a destra, lo hanno capito da più di vent’anni. E’ stato Silvio Berlusconi, infatti, a saldare in una solida alleanza il suo partito, la Lega e la destra ex Msi (prima Alleanza Nazionale, oggi Fratelli d’Italia). E i risultati si sono visti, le urne hanno quasi sempre premiato il centrodestra unito e punito l’arcipelago litigioso della parte opposta. Ora sembra che anche a sinistra si consideri l’opportunità di un’alleanza organica che comprenda tutti i partiti, compresi i centristi e i grillini. Qualcosa di simile era riuscito a Romano Prodi, per ben due volte, ma in entrambe le occasioni l’alleanza si spezzò a causa dell’eccessiva litigiosità tra i partiti che la componevano. Tuttavia appare singolare come, in questa nuova fase, a promuovere il nuovo e moderno “Fronte Popolare” sia proprio chi, per ultimo, ne aveva decretato la fine: l’ex sindaco di Firenze ed ex premier Matteo Renzi. C’è chi dice che “galeotto” è stato l’abbraccio con Elly Schlein nel corso della nota partita di pallone, ma, a parte il gossip politico, c’è anche chi sostiene che un’iniziativa in questo senso non può essere presa da Renzi, giudicato inaffidabile. Il timore è quello del solito "trucchetto" che potrebbe favorire alcuni (Italia Viva) a scapito di altri. In ogni caso Renzi, per dimostrare la sua “buona volontà” e poter partecipare all’alleanza ligure, ha addirittura costretto alle dimissioni un suo assessore al comune di Genova che sosteneva il sindaco di centrodestra Marco Bucci. Ma ciò basterà per ricucire rapporti ormai logori?
L'attuale opposizione di centro-sinistra, dopo la sconfitta alle elezioni politiche di 2 anni fa, che hanno portato alla vittoria di Giorgia Meloni e del centrodestra, stanno tentando di costruire un'alleanza organica che raggruppa tutta l'opposizione, dai centristi di Renzi all'estrema sinistra di Fratoianni. Alcune tornate elettorali hanno dimostrato che questa coalizione unitariadefinita "campo largo" potrebbe vincere. Ma i veti reciproci complicano la situazione. Si può votare inviando un coupon in redazione (via principe Tommaso, 30 Torino) o telefonando al numero fisso 011.6669, con una preferenza espressa su WhatsApp (348.1381945) o utilizzando la sezione dedicata sul sito Internet www.torinocronaca.it.
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Senza Renzi, troppo ondivago e vicino alla destra
Che sia un "campo largo" totalmente inclusivo contro la destra
Senza l'estrema sinistra, sgradita a Calenda e a molti moderati
Una coalizione diversa
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