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L'INTERVISTA
12 Agosto 2023 - 19:43
Costruire nuove carceri? «Costosissimo, quasi impossibile». E poi, troppi «vincoli burocratici, idrogeologici, architettonici, culturali». La soluzione al sovraffollamento ma anche la risposta al disagio di detenuti e agenti di polizia penitenziaria in una struttura come il Lorusso e Cutugno, che «lavora in condizioni di grande difficoltà» e ad oggi conta cinque suicidi oltre a una cinquantina di aggressioni, per il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, passa dalle caserme. Quelle in disuso, ad esempio, dove potrebbero scontare la pena i detenuti meno pericolosi o problematici.
Ministro Nordio, perché questo “blitz” a Torino?
«Ci siamo limitati a portare solidarietà alla città, alle vittime e ai loro parenti, ovviamente, oltre che alla polizia penitenziaria e a tutta la struttura che lavora in condizioni di grande difficoltà».
La sua visita è stata “contestata” da urla e fischi che si sono sentite anche all’esterno: cosa ha pensato e cosa replica?
«Per la verità noi, qui, non abbiamo sentito niente. Mi pare che molto spesso i detenuti quando si trovano in situazioni di sofferenza manifestino il proprio disagio. Però non mi pare che qui siano state gravi».
Che impressione si è fatto rispetto al suicidio di una giovane detenuta e la morte di un’altra donna che da giorni aveva smesso di mangiare e bere? Incaricherete un’ispezione?
«Sono stato per oltre quarant’anni un pubblico ministero presso la Procura della Repubblica, so perfettamente che quando vi sono dei suicidi si apre un fascicolo: la magistratura è autonoma e sovrana nel procedere nelle sue indagini. Se vi saranno esulano dalla nostra competenza».
Cosa risponde a chi accusa lo Stato di averle abbandonate?
«Lo Stato non abbandona nessuno. Purtroppo il suicidio in carcere è un fardello di dolore che affligge tutti i Paesi al mondo ed è molto spesso addirittura imprevedibile. Si pensa che possa essere diciamo prerogativa di persone condannate all’ergastolo, magari malate. Poi, questo non accade, mentre le persone che sono in procinto di essere liberate scelgono questa questa via estrema per ragioni imperscrutabili. Da pubblico ministero ho trattato centinaia e centinaia di suicidi: non esiste una mistero più insondabile della mente umana quando decide di prendere di adottare delle soluzioni così estreme».
Però una delle detenute ci risulta avesse smesso di alimentarsi da almeno venti giorni...
«Sono dettagli, in senso tecnico, che non abbiamo affrontato oggi e che saranno che saranno esaminati, ripeto, nella sede opportuna. Però a quanto a quanto ho saputo, seppure in via preliminare, non si trattava né di sciopero della fame, né di qualsiasi altra forma di opposizione al governo come accaduto in altre circostanze. Sappiamo che le detenute erano sotto strettissima sorveglianza Purtroppo, però, in questi casi non c’è sorveglianza che tenga. Persino al processo di Norimberga due imputati eccellenti come Ley e Göring si sono suicidati, uno impiccandosi e l’altro con pillola di cianuro, nonostante avessero lo spioncino aperto 24 ore su 24».
Che impressione ha di Torino?
«Da subito, come ministro, sono stato in molte carceri: ho visto il bene e il male, il meglio e il peggio. So che Torino versa in grande difficoltà ma, ripeto, la mia non è stata un’ispezione. Non ho avuto tempo di visitare la struttura».
I sindacati denunciano la carenza cronica di personale. In che modo risponderete?
«Abbiamo preso atto di questa questa lamentela che, peraltro, è comune praticamente a tutti gli istituti e a tutte le regioni. Dipende proprio dalla disparità tra mezzi e fini: purtroppo la legge di bilancio di quest’anno è stata quella che sappiamo, ha comportato sacrifici per tutti e anche per la giustizia. Confidiamo che il prossimo anno la congiunzione negativa di guerra di carestia, alluvioni e Covid finisca e ci consenta di disporre di risorse maggiori per poter aumentare il personale».
Quanto avete stanziato, fino a oggi, per rispondere alle difficoltà delle carceri italiane?
«Mai è a sufficienza. Noi abbiamo stanziato e continuiamo a stanziare delle cifre che sono più o meno compatibili con i “tagli lineari” fatti al bilancio. Ma, secondo me, anche gli stanziamenti devono essere modulati a seconda dei fini che ti proponi».
Servono nuove strutture?
«Costruire un carcere nuovo è costosissimo e quasi impossibile sotto il profilo temporale».
Dunque?
«Si può pensare all’utilizzo delle caserme in disuso insieme con il ministero della Difesa per una locazione gratuita, tanto sono lì inutilizzate. Con questo potremmo deflazionare di molto la sovrappopolazione carceraria in medio o breve tempo».
E le risorse ci sono?
«Non fate queste domande a me. Dovete chiederlo al ministro Giorgetti. Noi siamo alla carica ogni giorno per avere fondi sempre più consistenti».
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