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IL FATTO
28 Settembre 2023 - 17:36
Evitata la chiusura poco meno di un anno prima dell’esplosione della pandemia di Covid, nel futuro dell’Oftalmico c’è più di un presidio sanitario territoriale. O una delle tante “case della salute”. L’ospedale, infatti, oltre ad ampliare l’offerta di prestazioni specialistiche e cure, continuerà a servire la città nelle più diverse emergenze. Che possano essere la necessità di posti letto per ricoveri Covid, ancora una volta, oppure, quella di ospitare un reparto da trasferire in un altro grande ospedale. Ad esempio, l’infettivologia dell’Amedeo di Savoia o quelli che dovranno garantire i servizi sanitari quando si dovrà costruire il grande ospedale alla Pellerina che prenderà il posto del Maria Vittoria. Dopo lavori di restauro costati oltre 35 milioni di euro - giovedì mattina - il direttore generale dell’Asl Città di Torino, Carlo Picco e l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Icardi, hanno tagliato il nastro di una “nuova inagurazione” per un futuro che, assicurano, «sarà d’eccellenza».
Il “cuore pulsante” nelle nuove sale operatorie
Oggi il suo “cuore pulsante” è rappresentato dal nuovo Blocco Operatorio con cinque sale operative ogni giorno per eseguire una media di oltre 75 interventi. Solo lo scorso anno, infatti, sono state erogate 82.125 prestazioni ambulatoriali tra visite ed esami, oltre a 3.423 ricoveri e 33.047 passaggi in pronto soccorso per pazienti che per il 59% provengono da Torino e per il 39% dalle altre Asl del Piemonte con un 2% residuale dal resto d’Italia. Le percentuali variano, invece per quello che è l’unico Pronto soccorso “monospecialistico” per il Piemonte e accoglie il 45% di residenti a Torino e il 42% di pazienti di altre Asl con una “punta” del 13% di pazienti non piemontesi. Ma l’ospedale Oftalmico di via Juvarra 19 è anche un edificio storico nato nel 1859 per ospitare, appunto, le attività di oftalmologia su volere di Casimiro Sperino, primo ministro della Sanità del Regno d’Italia. L’ospedale ha assunto, negli anni, un riconoscimento a livello nazionale ed internazionale per l’alta professionalità dei suoi oculisti ma, proprio a ridosso della pandemia di Covid, ha rischiato di essere chiuso.
«Quell'ospedale non deve chiudere»
A partire dal 2020, però, proprio la criticità dell’attività oculistica sul territorio, l’Asl Città di Torino si è impegnata per riportare quella specialità «nella propria casa» assumendo già dall’anno successivo undici oculisti e nominando un nuovo direttore. «L’ospedale Oftalmico ha avuto un ruolo importantissimo nella lotta alla pandemia, diventando un “polmone” per i pazienti Covid a bassa e media intensità di cura» spiegano dall’Asl Città di Torino che ha riorganizzato l’attività oculistica in diversi Nuclei Funzionali Ultraspecialistici.
Dopo l'emergenza Covid rinasce l’Oftalmico
Da quello per lo studio del glaucoma, dove si utilizzano le tecniche più recenti, al Centro maculopatie, che studia le malattie dell’area retinica maculare, avvalendosi delle più moderne attrezzature diagnostiche e utilizzando i più sofisticati “fotocoagulatori laser”, la terapia fotodinamica e il trattamento intravitreale. E ora, l’ospedale, dispone anche di una Day Surgery Oculistica. L’Oftalmico, inoltre, ospita il Centro Multidisciplinare per la Salute Sessuale che ha curato anche il cosiddetto “vaiolo delle scimmie” esploso nel 2022. «Presso il nostro ospedale sono presenti percorsi specialisti per tutte le patologie oftalmologiche, ma anche per le patologie chirurgiche del neonato e del bambino» spiega il direttore Roberto Orsi.
Il futuro dell'ospedale sul territorio
«Ora abbiamo davanti un ospedale rinato completamente ristrutturato sul piano strutturale rilanciato al massimo noi abbiamo un cospicuo numero di oculisti che lavorano qua dentro: ben 35» commenta il direttore generale dell’Asl Città di Torino, Carlo Picco. «Abbiamo rinnovato il primario, le sale operatorie e le strutture: tutto quello che riguarda l'oculistica, oltre all'ospedale delle emergenze, che è stato fatto in pochi in pochi mesi ed è dedicato appunto al Covid e alle altre situazioni che potranno presentarsi in futuro». Un ospedale «rinato» secondo Picco. «Adesso con questo intervento meraviglioso e artistico sulla facciata possiamo davvero dire ai cittadini: “Ecco il vostro ospedale è lì e vi aspetta”». E in futuro? «In futuro sarà un presidio territoriale che abbiamo restituito al territorio con una direzione sanitaria e ospedaliera, con le sale operatorie in piena attività e, quindi, direi che avrà un futuro di tutto rispetto e di grande prestigio».
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