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L'indagine
14 Aprile 2025 - 07:07
Lavori edili mai eseguiti per oltre 2,2 milioni di euro, un'evasione fiscale da 5 milioni e un sequestro da 1,2 milioni agli indagati: sono i risultati dell'indagine "Cash Flow", appena chiusa dai militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Torino. Che hanno scoperto anche il coinvolgimento di un uomo già condannato per omicidio, associazione a delinquere, ricettazione e riciclaggio: è lui uno degli 11 indagati che ora rischiano il processo per una lunga serie di reati fiscali.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Torino e condotta dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano Torino, ha tratto origine da una verifica fiscale che aveva fatto emergere 2,8 milioni di evasione di una impresa edile. La quale era comunque riuscita a ottenere un finanziamento pubblico di 25mila euro garantito dal Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese (ovviamente utilizzato per finalità diverse rispetto a quelle per le quali era stato richiesto e concesso: per questo il titolare è accusato di malversazione e ha ricevuto la misura cautelare dell'obbligo di dimora).
Le Fiamme gialle hanno poi allargato lo sguardo ai rapporti finanziari di cui il titolare della ditta era intestatario. E hanno scoperto accrediti per circa 4,4 milioni di euro che, quasi contemporaneamente, venivano prelevati in contanti con il solo
scopo di giustificare lavori mai eseguiti. Perché la ditta faceva sì qualche piccolo cantiere sui condomini torinesi ma le fatture principali erano tutte finte. E servivano solo per far evadere 1 milione di imposte ad altre 9 società.
Per questo i 10 rappresentanti legali delle aziende sono stati denunciati per una lunga serie di reati fiscali e le loro società sono state segnalate per la normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti derivante da reato. Intanto sono stati emessi decreti di sequestro preventivo per un importo complessivo di circa 1 milione di euro ed è stata richiesta la liquidazione giudiziale dell'impresa edile indagata.
Come detto, le indagini hanno permesso di accertare il coinvolgimento di un soggetto pluripregiudicato, con precedenti- tra l’altro - per omicidio, associazione per delinquere, ricettazione e riciclaggio: aveva ricevuto e reimpiegato in attività economiche apparentemente lecite circa 400mila euro, parte dei proventi derivanti dai reati tributari commessi dal titolare della ditta edile al centro dell'inchiesta. Ora il giudice ha emesso un decreto di sequestro preventivo nei suoi, eseguito dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano con l'acquisizione di somme di contanti e nove auto.
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