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Il video dalla Cappella Sistina

La Messa celebrata da papa Leone con in cardinali

All'interno anche il documento filmato ripreso dopo l'elezione e quello di sintesi sul Conclave

«Chi è sua Santità Leone XIV? Lo conoscerete presto, anzi lo conosceremo presto», dicevano alcuni cardinali ultra ottantenni che ieri hanno seguito l’Habemus Papam da piazza San Pietro. Una persona moderata, ma decisa, così dice il suo curriculum. Un agostiniano a tutto tondo, per chi conosce la vita del santo d’Ippona, non dovrebbe essere molto difficile comprendere quali saranno le linee guida del pontificato di Leone. Dalla biografia di Prevost emerge una predilezione per i temi sociali e ambientali, ma anche un legame fedele ai principi e alla tradizione teologica della Chiesa di Roma. Leone XIV ha 69 anni ed è il 267esimo Pontefice. È il primo Papa americano, ma di origini italiane, francesi e spagnole. Prefetto del Dicastero per i Vescovi nel pontificato di Papa Francesco e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. La sua formazione agostiniana e la lunga esperienza pastorale in Sud America hanno influenzato profondamente la sua visione ecclesiale e sociale, rendendolo un profilo apprezzato sia dagli Stati Uniti che dal Global South.

Il cardinale incarna una visione che unisce spiritualità, giustizia sociale e responsabilità ambientale, promuovendo un impegno concreto e condiviso per la cura della casa comune. Nato a Chicago il 14 settembre 1955, è laureato in Matematica e Filosofia, è stato inviato in missione in Perù per diversi anni, prima di diventare provinciale della provincia agostiniana di Chicago nel 1999. Richiamato a Roma da papa Francesco per ricoprire il ruolo di prefetto dei vescovi, è stato creato cardinale da Bergoglio il 30 settembre 2023. Il porporato è un convinto sostenitore dell’ecologia integrale. Nel 2024, durante il seminario disse che è necessario «affrontare i problemi della crisi ambientale alla luce della Laudato si’ e della Laudate Deum». Leone sottolinea la necessità di passare «dalle parole ai fatti», basando la risposta alla crisi ambientale sulla Dottrina Sociale della Chiesa. Per Prevost, il «dominio sulla natura», affidato da Dio all’umanità, non deve trasformarsi in «tirannia», ma deve essere vissuto come una «relazione di reciprocità» con l’ambiente. Il prefetto mette anche in guardia dalle conseguenze dello sviluppo tecnologico incontrollato. Evidenzia l’importanza di «un’economia umana che rispetti l’ambiente e promuova modelli circolari di produzione e consumo, opponendosi alla cultura dello scarto», ribadendo che l’economia dovrebbe migliorare, e non distruggere, il nostro pianeta. Prevost ricorda l’impegno concreto alla Santa Sede nella tutela dell’ambiente, dall’installazione del maxi -impianto fotovoltaico sul tetto dell’Aula Paolo VI, alla transizione in atto verso veicoli totalmente elettrici in Vaticano. Azioni che, scandisce, «testimoniano la volontà della Chiesa di essere un modello di sostenibilità». Tra le curiosità, il Papa è noto anche per una grande passione per il tennis, sport che continua a praticare.

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