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Sanità

Il Mese Blu: le prevenzione urologica

Con il dott. Furio Cauda parleremo delle problematiche più diffuse, come la calcolosi renale e le coliche

Novembre è il mese dedicato alla salute urologica maschile, un'occasione importante per sensibilizzare sull'importanza della prevenzione e della diagnosi precoce delle patologie che interessano l'apparato urinario e genitale maschile. Per approfondire questi temi, oggi siamo con il Dott. Furio Cauda, specialista in Urologia e responsabile dell'équipe di Urologia dell'Ospedale Koelliker di Torino, con il quale parleremo di alcune tra le problematiche più diffuse.

"Qual è l'incidenza sulla popolazione delle problematiche urologiche"

"Le problematiche urologiche hanno un'incidenza molto molto elevata oggigiorno sia per quanto riguarda soprattutto la parte maschile, cioè le prostate intese come adenome prostatici, carcinome prostatici, sia per quanto riguarda le problematiche femminili che invece riguardano di più l'incontinenza urinaria. Ma non dimentichiamo tutte le altre problematiche, quindi le problematiche tumorali, in particolar modo i tumori della vescica, e le problematiche legate alla calcolosi urinaria, argomento di cui mi vorrei occupare specificatamente in data odierna.  

"Quindi, dottore, la calcolosi delle vie urinarie, qual è l'incidenza sulla popolazione?" 

"Allora, la calcolosi delle vie urinarie rappresenta uno degli step più importanti delle patologie urologiche che vanno dalla prostata, ai tumori, all'incontinenza urinaria. Rappresenta circa il 10% di tutte le patologie urologiche in Italia. Ad oggi è presente con estrema eterogeneità sul territorio, occupando un rapporto di 2 a 1 tra maschio e femmine". 

"Cosa fare di fronte a una colica renale?"

"Allora, normalmente un paziente con una colica renale si presenta o al medico di base o al pronto soccorso, qualche volta direttamente all'urologo. È molto importante innanzitutto capire la causa della colica renale e quindi cercare di eseguire gli esami strumentali più rapidi possibili di base, che sono normalmente un'ecografia e un TAC basale dell'addome. Ma non bisogna dimenticare che il paziente è sofferente, quindi ovviamente impostare subito una terapia altagica di primo livello in modo da risolvere almeno la componente dolorosa. In base poi all'esito degli esami eseguiti, se si valuta la presenza di un calcolo che possa più o meno ostruire le vie urinarie, si può partire con una terapia fondamentalmente espulsiva per arrivare poi eventualmente alle terapie più complesse in caso di calcolo di maggiore dimensione". 

"Quali sono le opzioni terapeutiche disponibili in caso di un riscontro di un calcolo?"

Allora, le opzioni terapeutiche sono molto variabili in funzione delle dimensioni del calcolo, del quadro di ostruzione che determina nelle vie scattrici, nella presenza o meno di una idro-ureteronefosi, cioè la dilatazione delle vie urinarie, e quindi possiamo partire da calcoli molto piccoli che normalmente fino a 7-8 mm possono essere espulsi in maniera spontanea dal paziente e quindi richiedono solamente una terapia espulsiva che si basa fondamentalmente su un antispastico, un dilatatore dell'uretere che risulta essere un alfalitico e dal cortisone. Il calcolo di maggiori dimensioni o in caso che dopo un mese circa il calcolo anche di 8 mm non venga eliminato, bisogna passare a un intervento che normalmente risolve la situazione per via endoscopica ascendente attraverso le vie urinarie, risalendo dalla vescica dell'uretere anche fino a rene e trattando il calcolo con la frammentazione laser fino alla completa dissoluzione del calcolo e all'estrazione dei frammenti. In questo modo si risolve in maniera praticamente totale la calcolosi". 

Novembre è il mese dedicato alla salute urologica maschile, un'occasione importante per sensibilizzare sull'importanza della prevenzione e della diagnosi precoce delle patologie che interessano l'apparato urinario e genitale maschile. Per approfondire questi temi, oggi siamo con il Dott. Furio Cauda, specialista in Urologia e responsabile dell'équipe di Urologia dell'Ospedale Koelliker di Torino, con il quale parleremo di alcune tra le problematiche più diffuse.

"Allora, innanzitutto bisogna dire che oggi la miniaturizzazione degli strumenti permette di eseguire qualunque tipo di intervento sulla calcolosi e sulle vie urinarie tutto per via endoscopica, prevalentemente per via ascendente, cioè dal basso verso l'alto. Le fasi sono l'introduzione di un ureteroscopio semirigido attraverso la vescica e l'uretere fino al giunto pielo ureterale con l'introduzione di una guida teflonata che viene lasciata per sicurezza. Dopodiché si inserisce una camicia ureterale e attraverso questa viene introdotto un ureteroscopio flessibile che oggi è monouso e digitale. Questo strumento permette di avere una visione perfetta della via urinaria al loro interno, di introdurre un laser che permette la frammentazione del calcolo e dei cestelli, cosiddetti basket, che permettono la rimozione dei frammenti. Al termine viene estratta la camicia e l'ureteroscopio e viene lasciato uno stent pielo ureterale che ha lo scopo di proteggere le vie urinarie per almeno una settimana/15 giorni e poi viene estratto a livello ambulatoriale.

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