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Le aziende di famiglia battono anche la crisi: «Un secolo di storia» [VIDEO]

C’è tanto orgoglio negli occhi dei premiati dalla Fondazione Quarto Potere per il commercio. La soddisfazione che solo la fatica del lavoro può dare e che si intreccia con la voglia di guardare al futuro. Anche quest’anno la Fondazione, insieme a Confesercenti, ha voluto premiare chi - in questi anni difficili - ha resistito. Dal mondo dell’abbigliamento a quello della gioielleria, scovando sei storie che hanno un unico comune denominatore: la tenacia.

Si intrecciano così racconti di aziende che sono in affari da oltre un secolo, nonni che tramandano il mestiere ai nipoti e giovani intraprendenti che sfidano il mercato con un sorriso. E a volte basta solo questo, un sorriso a fior di labbra, per raccontare una storia. Non c’è paura sul volto di Novella Gebbia, mentre ritira il premio. Con i suoi 24 anni, Novella è la più giovane tra i premiati e anche la sua attività ha ancora tanta strada da fare. Aperta da appena un mese, la libreria Trouvaille di via Barbaroux inizia così la sua sfida. Davide contro Golia.

Eppure l’entusiasmo e la passione di questa giovanissima restano impresse negli occhi. «Sono una ragazza con la testa tra le nuvole - racconta - e volevo creare un posto dove quelli come me potessero sentirsi a casa». Alla leggerezza di Novella, si contrappone la solidità di una tradizione familiare come quella dei Demeglio, prossimi a tagliare il traguardo del secolo. Fondata nel 1922 dal commendatore Giuseppe Demeglio, la gioielleria di corso Regina Margherita 148 ha venduto fedi nuziali a migliaia di sposi, regali di compleanno, laurea e piccoli doni tra fidanzati. Dietro il bancone oggi c’è la terza generazione della famiglia: Gabriele Demeglio e la moglie, Marzia Morabito, accompagnano i clienti nei loro traguardi più importanti. Sempre un passo indietro, con professionalità ed empatia.

«Tutto il giorno lavoriamo con il bello - racconta Gabriele -. I nostri clienti vengono rapiti dall’ar - monia del luogo. Ne abbiamo tutti bisogno». La famiglia Demeglio si fa così ambasciatrice del bello, in una zona non semplice della città. «Hanno unito la tradizione con una grande innovazione» commenta il presidente di Confesercenti Torino, Giancarlo Banchieri, consegnandogli il premio. Sconta la difficoltà di lavorare in un luogo complesso anche Maria Luisa Iannarelli che - insieme al marito Vittorio - tiene aperta l’edicola di corso Giulio Cesare 261. In pensione da una quindicina di anni, la coppia continua a gestire il chiosco rilevato nel lontano 1985. Per Vittorio ogni mattina la sveglia suona ancora alle 4 di notte. Domenica compresa.

«Il lavoro è faticoso» conferma la signora, accompagnata dalla figlia. «Vittorio è in edicola - spiega -. Lavoriamo 15 ore al giorno». Sembra non sentire la fatica Ottavio Longo, 79 anni, benzinaio per quasi 60. Oggi la pompa di corso Palermo viene gestita dai figli, ma lui non manca mai di dare una mano. «I commercianti non smettono mai davvero di lavorare - commenta ancora Banchieri -. Quella dei benzinai poi è una categoria che ha vissuto delle sfide particolarmente difficili». In platea, lo osserva ritirare il premio la moglie. «Ho dato confidenza a una cliente 52 anni fa e ora è mia moglie» racconta Longo e la guarda con dolcezza. C’è tanto amore anche negli occhi di nonna Liliana, mentre le viene consegnato tra le mani il riconoscimento vinto dalla nipote E le onor a Biondo e che coinvolge l’intera famiglia Nepote. Il negozio di calzature e abbigliamento di via Torino ha alle spalle oltre cento anni di storia. Attraverso quattro generazioni, i Nepote ne hanno fatto un punto di riferimento per tutta Cafasse.

Tanto che anche l’assessore al commercio ha preso parte alla cerimonia di premiazione in Sala delle Colonne. «Siamo arrivati fin qui e vogliamo continuare» commenta Eleonora. A consegnare il premio anche l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino. «Il mondo del commercio è anche espressione culturale» spiega l’assessore. È quanta cultura c’è nel tradizionale bollito delle Tre Galline? Il più apprezzato, come racconta il proprietario Riccardo De Giuli, anche lui tra i premiati dalla Fondazione. Dietro a ogni storia c’è un forte senso di comunità, che la Fondazione Quarto Potere da sempre sostiene e vuole valorizzare. Una luce - per usare u n’espressione del direttore Beppe Fossati - che ci auguriamo non si spenga mai.

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