l'editoriale
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21 Settembre 2022 - 00:56
Sul cappellino blu la scritta “Credo” a lettere bianche. Leonela - metà piemontese e metà calabrese - non ha dubbi: «Sono una salviniana doc» racconta. «Sono orgoglioso di incontrare i cittadini a Mirafiori, nel giorno in cui il buon governo di centrodestra della Regione Piemonte si accorda con Stellantis per la nascita dell’hub di rigenerazione delle vetture» commenta il Capitano ieri a Torino. «Un progetto che tutela l’eccellenza italiana, valorizza la nostra capitale dell’auto, scommette sul futuro con pragmatismo. La difesa del lavoro è e sarà sempre una priorità per la Lega, soprattutto in un’epoca in cui è sparita la sinistra che infatti non si fa vedere nei quartieri operai». Qui in 500 hanno aspettato Salvini per circa un’ora.
A Torino ha scelto Mirafiori per il suo ultimo comizio prima della chiusura della campagna elettorale. Cosa si può fare per rilanciare un quartiere simbolo della Torino che lavora? «Lavoro, sicurezza, difesa del made in Italy e dell’italianità, ascolto costante e non solo quando si vota. Temi come il superamento della terribile legge Fornero, su cui siamo già intervenuti con Quota100 e faremo Quota41, la sicurezza, il taglio delle tasse a partire da cuneo fiscale e Flat tax sono temi concreti. Spiace che il Pd preferisca parlare di Ungheria».
Sì, ma per l’ex capitale dell’auto nello specifico? «Torino è la capitale italiana dell’auto, secondo la Lega è una follia cancellare la produzione dei motori benzina e diesel dal 2035 a favore dei veicoli elettrici. È un regalo alla Cina, e dubito faccia bene all’ambiente viste le difficoltà di smaltimento delle batterie e i dati dell’inquinamento globale che certamente non vedono il Vecchio Continente come l’area messa peggio».
Cosa può fare il governo? «Il governo ha stanziato 8 miliardi per il rinnovo del parco auto, prevedendo anche le motorizzazioni classiche, grazie a un intervento del capogruppo alla Camera Riccardo Molinari che non a caso è piemontese. Pd e grillini invece vogliono l’elettrico senza se e senza ma dal 2035, anche se Letta resta a piedi col suo pullmino che si scarica».
Parliamo subito dei finanziamenti russi ai partiti europei. Il presidente del Copasir ha assicurato che non c’è l’Italia nel dossier Usa. È una faccenda chiusa? «Per quel che mi riguarda è una vicenda mai aperta, speriamo che la sinistra voglia confrontarsi sui temi a partire dall’emergenza bollette: senza almeno 30 miliardi oggi per aiutare famiglie e imprese, rischiamo di spenderne tre volte tanto per disoccupazione, cassa integrazione, drammatico impoverimento del Paese. Non vorrei che la sinistra, sapendo di perdere, preferisca perdere tempo per lasciare le macerie al centrodestra».
A proposito di caro energia. Nucleare sì o no? «Assolutamente sì, l’Italia deve scommettere su una fonte energetica sicura, moderna e rispettosa dell’ambiente. Solo così avremo l’indipendenza energetica».
Si è trovato spesso durante la campagna elettorale in aperto contrasto con la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. In che rapporti siete in questo momento? «Ottimi, con Giorgia vinceremo le elezioni e governeremo per cinque anni. Non siamo stati in contrasto, abbiamo opinioni diverse sullo scostamento di bilancio, ma sono sicuro che anche lei condivida l’urgenza di interventi contro il caro bollette».
Diritti. Cosa risponde a chi dice che con il centrodestra al governo verranno fatti dei passi indietro? «Sono farneticazioni, la Lega e il centrodestra governano da decenni anche in alcune delle regioni più ricche e internazionali del Paese».
Torniamo per un istante all’estate del 2019. La Lega è sulla cresta dell’onda. Cade il governo Conte 1, ma non si va al voto. Tre anni dopo, si è pentito? «No, governare con il Movimento 5 Stelle era ed è impossibile. Basti pensare che il governo Draghi è caduto perché Conte è contrario all’inceneritore di Roma».
Gli ultimi sondaggi avvertono: il Movimento Cinque Stelle potrebbe superarvi. Come la vede? «Credo nei sondaggi delle piazze e vedo interno al centrodestra e alla Lega grande entusiasmo. Credo che con il voto del 25 settembre noi saremo al governo, Conte no».
Immigrazione. Dice che al primo Consiglio dei ministri rientreranno in vigore i decreti sicurezza. Così si abbassa il numero dei morti in mare? «Non è un’ipotesi ma un fatto. Grazie ai decreti sicurezza c’erano meno sbarchi, meno partenze e quindi meno morti e dispersi in mare. Si tratta di provvedimenti efficaci, di buonsenso e a costo zero. Vanno riproposti e applicati».
Lei parla sempre dei “mali” portati dalla Legge Fornero. Qual è la proposta della Lega? «Quota 41, ovvero la possibilità di andare in pensione dopo aver lavorato per 41 anni. Perfino i sindacati la giudicano ragionevole e sostenibile. In più, libererebbe spazi per i giovani in cerca di primo impiego».
Salvini, domenica è tornato sul palco di Pontida. Come sta il popolo leghista? «Molto bene. È stata una giornata entusiasmante, col pratone pieno di gente come nei momenti più belli. Ci ha dato grande carica in vista del voto di domenica prossima».
Tik Tok. Cosa ha capito dal rapporto con i più giovani durante le dirette a tarda notte? «C’è tanta voglia di discutere, capire, confrontarsi. E dal dialogo emergono alcune proposte interessanti, per esempio l’idea - che la Lega propone - di togliere il tetto degli ingressi a Medicina».
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