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Il traffico
30 Agosto 2023 - 12:41
(video di Carmelo D'Agostino su Facebook)
La frana di domenica in Savoia blocca il traffico tra Italia e Francia, con automobilisti e trasportatori piemontesi tra le "vittime" principali. Con il traforo del Frejus chiuso ai mezzi pesanti, in questi giorni si sono raggiunte anche le 8 ore di coda al traforo del Monte Bianco. Che il 4 settembre chiuderà, mandando definitivamente in tilt la viabilità piemontese.
Tutto parte dalla gigantesca frana caduta intorno alle 17 di domenica all'altezza del comune di Freney, in Francia (poco dopo Modane): basta guardare il video per vedere come la colata di detriti abbia travolto una strada statale e l'autostrada, con una nuvola di fumo e terra che ha avvolto tutto ciò che c'era in quel momento lungo le strade. In mezzo alla frana c'erano auto e camion di passaggio ma non ci sono stati danni e feriti. Però la frana ha provocato la chiusura immediata del traforo del Frejus ai mezzi pesanti.
Di conseguenza, buona parte del traffico si è spostato sul Traforo del Monte bianco: stamattina era di 2 ore e 15 minuti il tempo di attesa per attraversare il traforo del Monte Bianco, che collega la Valle d'Aosta all'Alta Savoia in Francia.
«Il tratto di autostrada tra Morgex e l'imbocco del tunnel - fa sapere Autostrade per l'Italia - è stato chiuso per regolare l'afflusso dei veicoli diretti al traforo». Code in tal senso si sono formate sulla strada statale 26 della Valle d'Aosta nella zona di Courmayeur, con la Regione che ha consigliato di usare strade alternative come il San Bernardo.
Il problema è che il 4 settembre chiuderà anche il Traforo del Monte Bianco per lavori che, a tempi alterni, dureranno 18 anni: «Dall'ultimo colloquio avuto questa mattina con i vertici del Geie Traforo del Monte Bianco è emerso che, al momento, non c'è una variazione della programmazione degli interventi manutentivi previsti. Proprio in queste ore è evidente quanto il collegamento transalpino sia vitale per la nostra regione, per tutto il Paese e per l'Europa. Dopo aver risolto questa emergenza, non è più rinviabile un serio ragionamento politico-istituzionale sul futuro di questa infrastruttura» ha detto il presidente della Regione Valle d'Aosta, Renzo Testolin.
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